Le donne e la politica (che le esclude)

L'11 aprile 2006 l'Italia ha voltato pagina: il centrosinistra vince le elezioni, la polizia cattura Provenzano! Una coincidenza più unica che rara che ha la capacità di mettere di buon umore chiunque creda nella possibilità che una strada migliore da quella tracciata dal governo precendete possa essere percorsa.
Una strada difficile, piena di asperità e di trabocchetti, è inutile negarlo. Una strada che va iniziata bene, marcando con decisione la differenza tra il centrodestra ed il centrosinistra.
Un bel segnale di cambiamento della nuova maggioranza sarebbe stato quello di fare in modo che almeno una delle 3 cariche istituzionali (presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera) fosse assegnata ad una donna.
Sarebbe stato un bell'inizio!

Purtroppo così non è stato. Ora ci troviamo tre uomini, pur rispettabili, nelle suddette tre poltrone ed anche il numero di ministre e sottosegretarie, nonostante il grandissimo pullulare di incarichi di governo, è assai al di sotto delle aspettative minime. Evidentemente le sensibilità, anche all'interno del centrosinistra, in termini di pari opportunità sono sopite.

In questo fa eccezione il senatore Malabarba (Rinfondazione Comunista) che, come promesso, si dimette dal suo scranno di senatore (tornando tra i banchi dell'officina in cui lavorava prima del suo impegno politico) per lasciare il posto alla prima dei non eletti, la signora Heidi Giuliani, la mamma del ragazzo morto ammazzato al G8 di Genova.

Avrei voluto ringraziare tutto il centrosinistra per scelte più coraggiose in termini di pari opportunità, e mi tocca ringraziare il solo compagno ex-senatore per il suo gesto che è carico di umanità.