Fare la mamma è assai faticoso di per sé. Se poi lo Stato di cui sei cittadina ti ostacola in questo ruolo la cosa diventa assai complicata.
Infatti non sono sufficienti le buone intenzioni o le ostentate pubbliche esternazioni di politici, più o meno cattolici, che sostengono il fondamentale ruolo della famiglia nella società per
consentire alla famiglia stessa, ed alle mamme in particolare, di condurre una vita dignitosa.
Assistiamo periodicamente a patetiche mozioni di intenti della politica che altro scopo non hanno se non quello di "catturare", in modo strumentale, il voto cattolico e moderato. In un periodo di
integralismi dilaganti non si spiega perché, nonostante certo integralismo cattolico, vedi CL, il voto moderato sia riferito sempre ai cattolici. Potere della comunicazione...
Si sa che la famiglia è centrale per la pastorale della chiesa cattolica. Il fondamento di ogni sana società deve essere la famiglia, possibilmente patriarcale, come del resto è la chiesa stessa. Il
papa che osò dire che Dio era anche madre, Giovanni Paolo I, morì dopo soli 33 giorni dall'investitura ricevuta in conclave... segno evidente che le tradizioni sedimentate negli anni sono molto più
forti degli uomini di buona volontà.
La famiglia, quindi, diventa il faro dell'azione politica che la chiesa cattolica svolge in Italia. E questa opera di trascinamento di anime e coscienze si porta dietro politici "moderati" in ogni
schieramento.
Per fare un esempio la ministra della famiglia Bindi, quella che, non più tardi di un anno fa, si schierò apertamente con il NO ai referendum sulla procreazione assistita. Il referendum si faceva
carico di abolire alcuni pezzi della legge 40 che, evidentemente sbilanciano i diritti a favore del nascituro e di conseguenza a sfavore delle madri. La stessa ministra poi, "coerentemente", pensò
bene di non proseguire oltre nella sua opera di proselitismo a favore del NO, visto che si davano vincenti i SI'. Abdicò le sua idea politiche, morali e di coscienza lasciando campo libero ai suoi
amici cattolici, ed integralisti, che sponsorizzavano l'astensione per rendere nullo il referendum utilizzando cartelloni pubblicitari con immagini di feti.
Bene questa ministra dichiarò che, pur essendo contraria al diktat di Ruini, si rendeva conto dell'esigenza di riscrivere la legge sulla procreazione assistita nella nuova legislatura. Ora la nuova
legislatura è avviata, l'onorevole Bindi è addirittura ministro della famiglia, quindi mi aspetto che prenda penna e carta per scrivere un disegno di legge che migliori l'abominio della legge 40 che
il parlamento italiano ha scritto sotto dettatura, e con il voto favorevole della Bindi, del Vaticano. Attendo fiducioso.
Siccome però il tema non mi pare sia particolarmente caldo nell'agenda politica del governo di centro sinistra, vorrei segnalare che anche chi è in grado di concepire figli secondo i metodi
tradizionali e benedetti dalla chiesa cattolica non ha poi grande aiuto da questi politici e da questo modo di fare politica.
Di seguito riporto una lettera di un'assistente di volo dell'Alitalia apparsa su "il manifesto" del 10/11/2006 che si commenta da sola. Spero che la ministra Bindi che ha fatto ricorso alla sua
morale ed alla sua coscienza per votare NO al referendum sulla procreazione assistita e favorito nei fatto l'astensione, faccia ricorso alle stesse risorse morali e di coscienza per aiutare chi sta
per diventare madre e si trova nelle condizioni indicate nella lettera.
"Buongiorno,
sono un'assistente di volo in maternità obbligatoria dal 12 aprile 2006. Ho scoperto quando ho ricevuto il primo assegno di maternità da parte di Ipsema e con mia enorme sorpresa, che la mia
indennità di 'maternità obbligatoria' ammonta al 50% della mia ultima busta paga; questo perché dal 16 marzo 2006 viene applicata l'interpretazione di un Decreto (D.Lgs.n.151/2001, in particolare
art. 48 del T.U.I.R. comma 6) che lo consente. In pratica per tutte le mamme assistenti di volo Alitalia che hanno aperto maternità dopo il 16 Marzo 2006, sono cambiati i coefficienti di calcolo
dell'indennità di maternità, il che si traduce, applicato alla nostra busta paga, in un'indennità ridotta del 50% circa. In pratica non si guarda al netto dell'ultima retribuzione, ma solo ad alcune
voci della busta paga. Peccato che io abbia un mutuo concessomi su uno stipendio che era il doppio e questi euro bastano appena a coprirne la rata.
Posso percepire perché incinta il 50% della mia ultima busta paga? Com'è possibile se il testo unico di sostegno alla maternità dice che la maternità obbligatoria viene retribuita all'80% dell'ultimo
stipendio? Può il decreto scendere sotto i 'minimi' del testo unico? Allora cosa vale il decreto o il Testo unico? Vi prego di aiutarmi a capire o ditemi a chi posso rivolgermi".
E questa situazione non è la peggiore. Infatti le assistenti di volo "stagionali" con contratti a termine stanno anche peggio perché nel caso restassero incinte percepirebbero l'assegno, dimezzato,
solo fino alla fine del periodo contrattuale, perdendo poi il posto in graduatoria e l'anzianità.
Per fortuna che nel parlamento italiano ci sono tanti "buoni cattolici" in grado di tutelare i sacri valori della famiglia!