Il Re degli ignoranti è un lento rock

Sabato 2 dicembre a "Che tempo che fa", finalmente, arriva Adriano Celentano, il "Re degli ignoranti".

Scrivo, dico e penso finalmente, perché Fabio Fazio mi aveva sfiancato nell'assillante annuncio, condito addirittura da un conto alla rovescia, della presenza alla sua trasmissione di Celentano. Fazio è indubbiamente bravo ed intelligente, la sua trasmissione è molto interessante e ben realizzata, però pecca in eccessive e sperticate lodi sempre e per qualunque ospite. Ogni puntata è, per usare sue parole, "davvero straordinaria", cadendo così nell'implicita constatazione che se tutte lo puntate sono straordinarie evidentemente allora ogni puntata è ordinaria. Per esempio, dal mio punto di vista, la presenza di Baglioni e di Celentano ha elementi molto differenti, per cui la puntata monografica fatta sul primo, rapportata al secondo, non può certo dirsi straordinaria.
Ma al di là di questo "vezzo" del conduttore gli ospiti sono sempre realmente molto interessanti, quasi mai banali.

E ieri sera abbiamo assistito ad una puntata tutta costruita sul molleggiato, che ha modificato anche la modalità con cui Fazio presenta la trasmissione. Ma al di là della presenza scenica di Celentano, di lui sorprende l'innata dote di catturare l'attenzione apparentemente sul nulla, per far "cadere" in un secondo tempo i veri argomenti che gli interessano. Così si crea un clima spesso surreale, da commedia dell'assurdo, e se Fazio chiede del perché la scelta di venire in trasmissione proprio la giornata in cui c'è la concorrenza con la manifestazione del polo, Celentano risponde che non sapeva, che c'era questa manifestazione. E se Fazio gli chiede cosa avrebbe fatto se lo avesse saputo, Celentano risponde che sarebbe comunque venuto. E se Fazio gli chiede il perché Celentano risponde che sarebbe venuto per andare contro la manifestazione. Il cerchio si chiude, tranne che poi Celentano chiede del perché della manifestazione e nel momento in cui Fazio gli dice che è contro la legge finanziaria che i parlamentari stanno approvando Celentano dice che allora hanno fatto bene a farla, riaprendo il cerchio e creando quel clima di voluta incomprensione che tanto piace al molleggiato.

Fazio fa la spalla "ossequiosa" nella migliore delle tradizioni delle spalle e questa cosa contrasta un po' con quanto trasmesso qualche minuto prima da blob dove Celentano, in una sua trasmissione del 2001, attacca frontalmente Fazio e Costanzo che evidentemente avevano preso le distanze da affermazioni del molleggiato sull'opportunità del silenzio assenso sulla donazione degli organi. Contrasta, ma evidentemente non stride, ieri sera i due sembravano vecchi amiconi al bar!

Celentano trova il modo di raccontare quanto pericolosa e potente sia la televisione, non tralasciando una sua vecchia "militanza" ambientalista (datata al fantastico del 1988 sulle stragi di foche): sono gli inceneritori voluti dai comuni l'elemento più inquinante che vi sia. Va da sé che la cosa viene lasciata cadere, va da sé che Celentano non argomenta questa piccola considerazione, ma del resto come potrebbe o perché dovrebbe?

Interessanti invece sono le considerazioni che fa sulla tv e sulla potenza che essa ha. Questo dovrebbe aprire un po' gli occhi a chi la fa e a chi la gestisce. Sono cose trite e ritrite, ma non fa male sentirle dire in prima serata dal "Re degli ignoranti".
Non stupisce quindi la definizione che ne diede Bocca e che ieri sera lo stesso Celentano ha rievocato: Celentano è un cretino di talento. Apparentemente le cose contrastano, ma poi in fondo così contrastanti non sono se lo stesso Celentano vi trova una giustificazione.