Scaramella, Mitrokhin, Guzzanti, Farina: pantano italiano

Cosa possiamo dire noi comuni cittadini di questa situazione?

Al momento nulla, se non il disordine regna sovrano e constatare un'evidente e continua strumentalizzazione politica, come già avvenne per la commissione Telekom Serbia. Il parlamento italiano ha utilizzato come consulenti persone evidentemente non consone al ruolo... e questo giro di parole è certo un eufemismo per descrivere la tragicomica situazione che ha investito entrambe le commissioni!

E' assai sorprendente come il senatore Paolo Guzzanti (giornalista e vice direttore de "il Giornale", testata di casa Berlusconi) tuoni sull'utilizzo inopportuno o addirittura non idoneo dei collaboratori di giustizia (mafiosi pentiti) quando questi accusano il "compagno" di partito Dell'Utri, o addirittura il "padrone" del partito Berlusconi e poi usi con disinvoltura il signor Scaramella per veicolare informazioni ad uso e consumo di una sua personale battaglia politica evidentemente volta a screditare il passato di alcuni partiti politici. Esisteva sul settimanale "Cuore" una rubrica intitolata "Hanno la faccia come il culo", chissà cosa avrebbero scritto di questi eventi...

Ora Guzzanti vagheggia di pericoli di morte, di attacchi alla sua persona, ma chi, se non lui, ha operato per cacciarsi in questo ginepraio di spie e polonio? Una persona come lui che ha operato come ha operato è ancora credibile? Evidentemente sì, se riesce a catalizzare l'attenzione dei suoi colleghi giornalisti... ed in ambito dei colleghi giornalisti del senatore Guzzanti, mi viene in mente quell'altro "genio" che è Farina (vice direttore di "Libero", testata giornalistica diretta dall'ex direttore de "il Giornale"), ovvero l'agente "betulla", che pubblicava veline dei servizi segreti italiani. A raccontarlo non ci si crede... pare che oggi il giornalismo in Italia sia ridotto a questo...

Dunque siamo in presenza di un senatore della Repubblica italiana che presiede una commissione di inchiesta gestendo la consulenza di una "spia" che gli fornisce esattamente le notizie che cerca, anche se in alcuni casi non sono proprio informazioni "limpide". Sul fronte spie abbiamo anche il vice direttore di una testata nazionale che invece di scrivere notizie per informare i suoi lettori pubblica le cose che gli passano i servizi segreti italiani. Poi non dobbiamo meravigliarci se in Italia si deve praticare della dietrologia o se per arrivare ad una verità plausibile si debbano utilizzare tesi complottiste.

Infatti in tutto questo, un altro giornalista è indagato per grave turbamento dell'ordine pubblico. Si tratta di Enrico Deaglio che con le sue inchieste ha avanzato dei sospetti sulla regolarità delle elezioni del 2006. La tesi complottista non ha convinto i giudici romani! Certo se Deaglio avesse potuto presiedere una commissione di inchiesta forse le cose sarebbero state diverse...