Cosa aspettarsi dalla politica

Dopo la tornata elettorale abbiamo scoperto alcune cose:

  1. la "spallata" del centro-destra non c'è stata
  2. il costruendo partito democratico comunque ha subito la "botta" più grossa
  3. la disaffezione dalla politica colpisce soprattutto a sinistra

Nei giorni prima delle votazioni sono usciti i soliti sondaggi che dichiaravano che il 70% degli italiani non aveva fiducia nel parlamento. Per estensione gli stessi italiani hanno evidentemente allargato gli orizzonti e si sono trovati ad affermare, con l'assenza dalle urne verificatasi in occasione di questo voto amministrativo, che anche i consigli comunali e di circoscrizione non danno loro molta fiducia. Meglio quindi non votare, anche perché se i candidati si assomigliano un po' tutti, e nessuno di loro piace, certamente è complicato recarsi a votare.

A proposito di somiglianze l'ultima sortita "legalitaria" della ministra della salute Turco (la ministra che con l'attuale presidente della Repubblica inventò i cpt) sui NAS nelle scuole mostra tutto l'imbarazzo di una sinistra che si vuole "trasformare" assomigliando alla destra. La sinistra: da soggetto politico attento nell'analizzare le realtà sociali ed a comprenderle per farsi portatore degli interessi degli "ultimi" a soggetto politico che in nome del "moderatismo" fine a se stesso trascende la propria tradizionale azione politica e tracima nel bacino tipico della destra. I temi della ministra Turco sono gli stessi temi della sindachessa Moratti, ma che fossero diventati propri della ministra Turco lo capisco solo ora. Non che essere "legalitario" sia di per sé un disvalore, ma mi sento di dire che le priorità del ministro della salute non sono i NAS a scuola. Quindi questa uscita mi fa pensare a demagogia, la stessa che abbiamo imputato per 5 anni a Berlusconi. Voglio solo sperare che la ministra Turco non abbia concluso con il classico berlusconiano: "Sono stata fraintesa".

Tornando invece al tema dei candidati che si assomigliano vorrei fare qualche considerazione. Ad inizio anni 90, oltre ai mondiali di calcio, gli italiani fecero i conti con un degrado della politica che non passava solo attraverso sondaggi negativi, ma che passava attraverso le aule giudiziarie. In quel momento Segni ci propose la soluzione: nuove regole per le elezioni garantiranno il rinnovamento della classe politica. Talmente era sporca la politica che nessuno osò contrastare o criticare l'iniziativa di Segni. Il referendum sul sistema maggioritario vinse con il 93% dei voti favorevoli. Percentuale che avrebbe fatto arrossire anche i bulgari. Stesso discorso valse per l'elezione diretta del sindaco.
Per inciso io ero contrario al sistema maggioritario ed in quell'occasione fui tra quel magro 7% che disse no al sistema maggioritario. Certamente in buona compagnia (tra gli altri Stefano Rodotà), ma certamente in grande minoranza e quindi perdente.

L'equazione era relativamente semplice: siccome la politica ed i partiti si sono troppo sporcati meglio che gli elettori eleggano direttamente le persone che li dovranno rappresentare nelle istituzioni, a partire dal sindaco per arrivare ai deputati. Ovviamente si tralasciò (consapevolmente? inconsapevolmente? Totò direbbe: "Ma mi faccia il piacere!") il fatto che in un sistema politico come il nostro, che fin dall'800 fonda la stessa esistenza della democrazia nel sistema dei partiti politici, questa azione non avrebbe aggirato il problema. Così abbiamo assistito in questi 15 anni ad una strana situazione: il popolo ha votato direttamente sindaci e deputati, ma questi erano comunque scelti dai partiti politici. Ovvero abbiamo assistito al perpetuarsi del sistema che si voleva in qualche modo osteggiare.

Evidentemente quindi il problema non sta tanto nelle regole quanto nella "moralizzazione" dei comportamenti delle classi dirigenti dei partiti. Fa bene Napolitano a dire che ci vuole l'impegno di tutti, ma non basta. Oltre a dire che ci si deve impegnare dovrebbe anche indicare le "linee guida" lungo le quali ci si dovrebbe impegnare. Fino a che fare politica non è più un servizio nei confronti della polis, ma è un mestiere e per di più ben remunerato, non ci saranno "azioni di buona volontà" che tengano. Quindi spero che il presidente della Repubblica abbia il coraggio per andare oltre ed indicare anche una via per uscire dalla proliferazione di cariche e sedie. Certamente l'attuale governo con il record di 103 sottosegretari non ha fatto, in questo senso, un buon servizio al presidente della Repubblica.