Protocollo 23 luglio 2007: lavoratori chiamati ad esprimersi

Lunedì 17 settembre 2007 inizierà la campagna di assemblee nei luoghi di lavoro durante la quale i sindacati presenteranno i contenuti dell'accordo firmato con il governo il 23 luglio 2007. Tale accordo è l'esito di una complessa trattativa fatta tra governo e parti sociali inerente le pensioni, il mercato del lavoro e la competitività. Su questo accordo i sindacati chiederanno di esprimere un giudizio attraverso una votazione a lavoratori, pensionati, cassintegrati, lavoratori in mobilità, precari.
Queste assemblee e la votazione finale sono un elemento di democrazia e di conoscenza per i lavoratori che non devono trascurare l'importanza del momento. E' un fatto non scontato poter approfondire temi che ci riguardano e poterli discutere in assemblea votando poi secondo il personale sentimento. Che sia un sì, o che sia un no, l'importante che questa scelta sia maturato da una valutazione consapevole e complessiva e non dai, troppo spesso banalizzanti, approfondimenti dei media.
Il mio auspicio è che tutti partecipino all'assemblea nei luoghi di lavoro e nel caso non fosse possibile partecipare ad assemblee aziendali si informino presso le sedi sindacali sulle modalità di approfondimento nei territori e di voto.

In questi mesi, come detto, molto spesso i media hanno banalizzato i contenuti di questo accordo presentandolo come riforma delle pensioni volta ad annullare lo scalone che si introdurrebbe con l'entrata in vigore della cosiddetta legge Maroni. Per intenderci lo scalone è quell'irrazionale meccanismo secondo cui chi ha i requisiti per andare in pensione entro la fine del 2007 può andare in pensione con 57 anni di età e 35 di contributi, ma chi non ha questi requisiti al 31/12/2007 dovrà andare in pensione dal 1/1/2008 a 60 anni di età con 35 di contributi. L'accordo va molto oltre questo importante elemento ed è qualcosa di più organico e complesso.

Sul versante previdenziale per chi deve andare in pensione
Viene superato lo scalone Maroni con dei cosiddetti scalini.
Resta la possibilità di andare in pensione con i 40 anni di contributi a qualunque età e vengono ripristinate le 4 finestre d'uscita che la Maroni aveva ridotto a 2.
Sono confermate la pensione di vecchiaia per le donne ai 60 anni di età anche se, per garantire l'equilibrio del sistema, vengono introdotte 4 finestre di uscita (in precedenza si poteva andare in pensione di vecchiaia a decorrere dal mese successivo al compimento dei 60 anni per le donne e dei 65 anni per gli uomini).
Viene riconosciuta una riduzione di 3 anni per il raggiungimento dei requisiti per la pensione a tutti i lavoratori che hanno svolto per una gran parte della loro vita lavori usuranti. Il motivo è avvio, perché le statistiche mostrano che questi lavoratori hanno aspettative di vita inferiori alla media. Questa nuova norma sarà definita da un'apposita commissione costituita da governo e parti sociali che dovrà concludere i lavori entro settembre 2007.
Sono previsti interventi previdenziali per favorire i lavoratori immigrati extracomunitari che contribuiscono alle casse previdenziali per determinare l'ampliamento del ricorso a specifici regimi convenzionali con i paesi di provenienza.
Non verranno modificati i coefficienti di calcolo, decidendo di rinviare questa verifica al 2010 con nuovi criteri che superino quelli della legge Dini. A tale scopo una commissione dovrà determinare e proporre le modifiche entro la fine del 2008. I criteri per i nuovi coefficienti dovranno tenere in considerazione diversi parametri. Per prima cosa la variazione dell'equilibrio tra occupazione, crescita economica, sviluppo demografico e flussi migratori. Poi l'incidenza dei percorsi lavorativi discontinui per verificare l'adeguatezza delle pensioni future e per proporre meccanismi di solidarietà e di garanzia tali da garantire che il trattamento pensionistico sarà almeno il 60% netto dell'ultima retribuzione.

Sul versante previdenziale per chi è già in pensione
Rivalutazione delle pensioni dal 90 al 100% per le pensioni di importo compreso fra 3 e 5 volte il minimo.
Definizione di una cifra aggiuntiva ai trattamenti di tipo assistenziale (pensioni sociali, assegni sociali, trattamenti agli invalidi civili, ciechi e sordomuti), per assicurare un reddito individuale mensile complessivo pari a 580 euro.
Erogazione di un importo aggiuntivo alla rata di luglio, la cosiddetta 14° mensilità, che varierà a seconda dell'anzianità contributiva e della pensione di cui il il soggetto è titolare. Questo importo aggiuntivo spetta a pensionati che abbiano un reddito individuale non superiore o pari ad una volta e mezza il trattamento minimo e verrà corrisposto al compimento del 64° anno di età. E' importante sottolineare che queste somme sono nette.
Il governo si impegna a riesaminare gli effetti dell'attuale regime di cumulo tra redditi da lavoro e pensioni per incentivare la permanenza in attività di lavoro e contrastare le forme di lavoro sommerso ed irregolare da parte dei pensionati.
Infine è istituito il tavolo di concertazione tra il Governo ed organizzazioni sindacali dei pensionati per verificare l'andamento dei redditi da pensione e stabilire per legge la loro rivalutazione in relazione all'andamento dell'economia.

Sul versante previdenziale per i giovani
Si modificano le modalità per il riscatto del periodo di laurea rendendolo possibile anche se l'interessato non ha ancora iniziato a lavorare. Il riscatto potrà essere pagato in 10 anni, senza interessi (ora può essere pagato in 5 anni, con interessi), potrà essere riscattato anche dai genitori o da altri soggetti per i quali sarà deducibile ai fini fiscali. Qualora il giovane rientri nel meccanismo contributivo, se lavora il pagamento del riscatto servirà ad incrementare i contributi, ma non l'anzianità contributiva, se non lavora il pagamento servirà sia per i contributi sia per l'anzianità. Per giovani che rientrino nel meccanismo retributivo e misto si procederà all'armonizzazione delle diverse normative ancora esistenti e si darà la possibilità di pagare il riscatto in dieci anni, con 120 rate mensili, senza interessi, anziché le attuali 48 o 60 rate.
Per i lavoratori parasubordinati è previsto l'aumento della contribuzione finalizzato ad una maggiore copertura pensionistica, ma anche all'estensione nei loro confronti di ulteriori diritti e tutele.
D'ora in avanti durante i periodi di disoccupazione viene garantita la copertura figurativa completa durante la quale si ha diritto all'indennità di disoccupazione, prendendo a riferimento l'ultima retribuzione percepita (ora per la contribuzione figurativa si prende a riferimento l'indennità di disoccupazione).
Sarà possibile la totalizzazione per somma dei contributi versati dai lavoratori intermittenti e precari in casse differenti. Si prevede una riforma della materia in modo tale che chi sta nel sistema potrà cumulare tutti i contributi versati anche se si raggiunge il diritto alla pensione in una singola cassa o fondo di previdenza pubblica, mentre chi sta nel sistema retributivo o misto potrà cumulare i vari periodi contributivi che superino il periodo di 3 anni in ogni gestione (al momento sono 6 gli anni minimi).

Sul versante della sostenibilità del sistema previdenziale
Il governo presenterà entro il 31 dicembre del 2007 un piano industriale per razionalizzare il sistema degli enti previdenziali ed assicurativi e conseguire, nell'arco di un decennio, risparmi per 3,5 miliardi di euro. Il Ministro del Tesoro ha comunque preteso "esclusivamente come elemento di garanzia" in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di risparmio individuati, un aumento, a decorrere dal 1° gennaio del 2011, dello 0,09% dell'aliquota contributiva per tutti i lavoratori.
Sarà sospesa l'indicizzazione delle pensioni superiori a 8 volte il minimo come meccanismo di solidarietà e di redistribuzione del reddito.

Sul versante del mercato del lavoro
Si continuano gli interventi contro il lavoro sommerso.
Per gli appalti pubblici si rafforzano le norme di controllo sulla regolarità degli appalti pubblici, prevedendo l'applicazione dei contratti nazionali di lavoro e delle norme sulla sicurezza.
Verranno prese iniziative di contrasto alle cooperative spurie richiedendo la corretta applicazione contrattuale per i soci-lavoratori delle cooperative.
In edilizia saranno definite delle incentivazioni del contratto a tempo pieno e a tempo indeterminato attraverso un provvedimento che renda strutturale l'agevolazione contributiva dell'11,50%.
Sarà rafforzata la vigilanza per disincentivare l'uso delle collaborazioni affinché non sostituiscano il lavoro subordinato con l'impegno a definire una nuova normativa e ad un maggior controllo sui collaboratori, anche titolari di partita iva, che lavorano per un solo committente ed a orario predefinito.
Si interviene a modificare alcune parti della legge 30. In particolare per i disabili si prevede la riscrittura dell'articolo 12 della legge 68 e la cancellazione dell'articolo 14 della legge 276 per favorire l'occupazione delle persone con disabilità, sveltire le procedure e le agevolazioni. Si aprirà un tavolo sulla somministrazione e si prevede la cancellazione del lavoro a chiamata con la previsione di sostituirlo con "part-time di breve durata".
Per i part time si stabilisce che è la contrattazione collettiva ad avere la titolarità e la facoltà di definire clausole di flessibilità ed elasticità (e relativa disciplina), si prevede l'obbligo dell'accordo individuale se il part time è motivato da compiti di cura, si definisce il diritto di precedenza nei casi di trasformazione dal part time a tempo pieno, si incentivano a favoriscono i contratti a tempo parziale lungo, mentre si prevedono aumenti contributivi per i contratti part time sotto le 12 ore per promuovere la diffusione di contratti più lunghi, infine si definisce il diritto di reversibilità verso il part time per esigenze di cura e relative agevolazioni.
Per i contratti a tempo determinato si ripristina il diritto di precedenza per i lavoratori a contratto a termine (almeno 6 mesi) verso assunzioni a tempo indeterminato in azienda, anche se realizzate nei 12 mesi successivi alla terminazione del rapporto di lavoro (per gli stagionali entro 3 mesi successivi al termine della stagione) e si escludono dai tetti massimi definiti contrattualmente le sostituzioni, le attività stagionali, l'avvio di nuovi impianti e si stabilisce che la durata complessiva sia di 36 mesi (comprensivi di proroghe e rinnovi). Per rinnovare il contratto a tempo determinato l'azienda dovrà seguire una procedura che, se non rispettata, determinerà la trasformazione in tempo indeterminato. Tale procedura prevede la stipula dei successivi contratti a termine presso la direzione provinciale del lavoro con l'assistenza di un rappresentante del sindacato.
Inoltre sono presi impegni di integrazione e modifica della legge 30 come la ridefinizione del contratto d'inserimento con attenzione alle figure deboli, tra cui gli
ultracinquantenni, gli investimenti sui servizi pubblici per l'impiego, il riordino delle norme per l'apprendistato di intesa con le Regioni.

Sul versante degli ammortizzatori sociali
Il sistema dovrà essere universale, cioè rivolgersi e tutelare tutti i lavoratori di tutti i settori e di tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni e dalla tipologia dei contratti di lavoro. La riforma definirà due strumenti: uno destinato a governare le situazioni di difficoltà, unificando le attuali CIG, l'altro unificando mobilità e indennità di disoccupazione finalizzato a sostenere il reddito di chi è senza lavoro.
Nell'immediato per l'indennità di disoccupazione fino a 50 anni di età la durata massima è di 8 mesi (erano 7), mentre con oltre 50 anni di età la durata massima è di 12 mesi (erano 10). Si prevede la copertura previdenziale piena, prendendo a riferimento la retribuzione percepita dal lavoratore prima del periodo di disoccupazione (ora per la contribuzione figurativa si prende a riferimento l'importo mensile della disoccupazione).
Gli importi dell'indennità saranno per i primi 6 mesi del 60% (era 50%), 7°e 8° mese 50% (era 40 fino al 9° mese), mesi successivi al 40% (era il 30% per il decimo).
Per l'indennità di disoccupazione con requisiti ridotti si prevede per i primi 120 giorni copertura al 35% (era 30) che al superamento del 120 giorno sale al 40%.
Tutte le indennità saranno rivalutate annualmente al 100% dell'inflazione (ora era all'80%)

Sul versante della competitività
Viene abrogata l'attuale normativa per cui i premi di risultato aziendali saranno calcolati interamente ai fini dei contributi previdenziali.
Il governo ha deciso l'abolizione della sovracontribuzione del lavoro straordinario, misura che però contrasta con un controllo pieno dell’orario di lavoro.

Come potete capire l'accordo ha una portata decisamente superiore a quella che saremmo portati a credere ascoltando telegiornali o leggendo i giornali. Non c'è dubbio che alcune questioni siano insufficienti (penso alla rinnovabilità del tempo determinato, oppure all'eliminazione della sovracontribuzione per lo straordinario, oppure all'ipotesi di possibile sostituzione del lavoro a chiamata con part time di breve durata, oppure alla non cancellazione del lavoro somministrato rinviando ad un tavolo specifico), ma nel suo complesso l'accordo ha certamente elementi assai positivi che vanno esattamente nella direzione di aiuto delle classi più deboli: i giovani ed i pensionati. Vedremo dopo il voto se queste valutazioni saranno condivise dalla maggioranza dei lavoratori italiani.