Matrimonio in articulo mortis

L'applicazione di questo codice del diritto canonico è meritoria se la si legge nell'ottica di concedere alla moglie del militare italiano gravemente ferito in Afghanistan la possibilità di partecipare ai funerali (cosa che la Chiesa Cattolica altrimenti negherebbe) e la possibilità che abbia la pensione come vedova di un militare ucciso nelle funzioni del proprio servizio (cosa che lo Stato negherebbe). I due neo sposi hanno tre figli, convivono da anni eppure in Italia siamo costretti ad un'ipocrita soluzione come questa per consentire alla vedova di ottenere quello che le spetta per diritto. Perché è del tutto evidente che la signora è la legittima compagna del militare e che lei LEGITTIMAMENTE dovrebbe poter partecipare ai funerali in chiesa, piuttosto che ottenere il riconoscimento dallo Stato italiano della pensione anche in assenza di questo "matrimonio". Purtroppo un'ideologica campagna della Chiesa Cattolica contro le convivenze e le coppie di fatto costringe ora Stato e Chiesa a mettere una pezza per non creare ulteriore danno e dolore ad una donna che già sta soffrendo troppo.
Infine non comprendo come le coscienze dei prelati possano far convivere nelle loro anime le due situazioni che si potrebbero prospettare. Al militare mantenuto in vita tramite i respiratori si concede un matrimonio in assenza di un suo reale e tangibile SI' (ci si "fida" della testimonianza del padre), ma allo stesso al militare non si concederebbe la possibilità di staccare il respiratore nel momento in cui lui avesse anche lasciato scritto o detto che quelle erano le sue volontà (in questo caso non ci si fiderebbe del padre).
L'ipocrisia della Chiesa sommata all'ipocrisia dello Stato partoriscono questa soluzione che certamente aiuterà la vedova, ma che mostra decisamente l'inopportunità di certe posizioni ideologiche sul diritto alla vita e sul libero arbitrio degli uomini tenute dalla Chiesa Cattolica e da alcuni politici italiani.