Non solidarizzo con Mastella

Trovo francamente insopportabile che i telegiornali del 16/1/2008 abbiano fatto passare le dimissioni del ministro di grazia e giustizia Mastella come un atto di amore nei confronti della moglie agli arresti domiciliari. Credo invece che siano un atto dovuto, anche nei confronti del popolo italiano, per il ruolo e per la gravità della situazione che si è creata, anche in relazione al fatto che pure il ministro ha ricevuto avvisi di garanzia. Il ministro Mastella si dimette perché il suo riuolo istituzione è eticamente incompatibile con la situazione che si è creata.

Trovo altrettanto insopportabile che il ministro screditi l'operato dei giudici utilizzando l'argomento dell'accanimento della magistratura nei suoi confronti a seguito della riforma della giustizia dallo stesso ministro avviata. Lo trovo pericolosissimo, perché questa operazione di discredito di una figura istituzionale nei confronti dell'indipendenza della magistratura provoca un gravissimo conflitto istituzionale.

Trovo impropria la solidarietà politica dei colleghi del ministro, da sinistra a destra, perché mostra un chiarissimo atteggiamento corporativo dei parlamentari che ancora una volta di più mostra come il concetto sintetizzato con il termine "casta" non si allontani dal vero. La solidarietà umana al ministro la si può manifestare direttamente a Mastella e non a mezzo stampa.

Infine, per tutto quanto detto sopra, ritengo sbagliata la scelta di Prodi di rifiutare le dimissioni e penso fondamentale che il presidente del consiglio dei ministri chiarisca immediatamente e direttamente al parlamento la situazione che si è venuta a creare.