Il tennis di un altro pianeta, seppure umano

Credo fosse il 1988. Nell'atmosfera ristagnava tanta tensione per l'esame di maturità. Il mio :-)
Mio zio mi invitò ad andare al club "La Meridiana" a vedere la finale del torneo di tennis internazionale satellite tra l'italiano Narducci e l'argentino Mancini. I due "navigavano" intorno alla centesima posizione (il nostro non andò mai molto oltre, l'argentino entrò anche tra i migliori 20 del mond

o, ma successivamente). Il terreno era una "lenta" terra battuta. Narducci era diventato un famosetto eroe nazionale perché ci aveva consentito di rimanere nella categoria A della coppa Davis facendo "mordere il freno" agli inglesi in casa loro. Atto di eroismo in un povero ambito tennistico nostrano assai ridimensionato rispetto a quello che avremmo potuto vedere solo una decina di anni prima in un incontro tra Lloyd (più famoso per essere stato il signor Evert, ma che si sistemò tra i migliori 20 giocatori al mondo) e Panatta. La decadenza tennistica di queste due nazioni era targata dalle limitatissime doti tennistiche di Narducci e Dodswald (ammesso che si scriva in questo modo il nome del misconosciuto tennista inglese numero 1 del suo paese a quel momento).
Andai alla partita a Casinalbo con la sensazione che avrei visto una mediocre partita. La cosa in effetti andò così (il nostro perse), ma quello che mi sorprese fu che la pallina dal vivo va molto più forte di come viaggi in tv. Detto con sincera rassegnazione io non avrei retto nemmeno il palleggio di riscaldamento con entrambi! Le partite sulla terra viste in tv tra 2 pallettari come i suddetti erano lente, dal vivo no, almeno per i miei parametri di giocatore amatoriale. La cosa che ora mi sorprende ancora di più è che sto guardando la finale del torneo di Basilea tra Federer e Del Potro e qui la pallina viaggia velocissima anche in tv. Se la pallina me la perdo sullo schermo, dal vivo avrei difficoltà a vederla, sarebbe per me una magnifica partita tutta da immaginare, al di là dei "momenti Federer" per capire i quali invito tutti alla lettura di David Foster Wallace: "Federer come esperienza religiosa". :-)