Memoria

La definizione che ho trovato può essere sintetizzata nel seguente modo:
capacità di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni ricevuti (eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc.) e delle relative risposte.
Io ricordo.
Ricordo che ero nella mia classe alle elementari quando la maestra fu costretta a lasciarci soli per recarsi in presidenza ed essere informata d
el rapimento di Aldo Moro da parte delle BR.

Ricordo della straziante morte di Alfredino Rampi la cui cronaca fece scomparire dagli schermi la "tv dei ragazzi".
Ricordo che ero in vacanza quando il telegiornale informò la nazione della strage della stazione di Bologna.
Ricordo che stavo giocando a tennis quando ci fu l'attentato a Giovanni Paolo II.
Ricordo che mi stavo preparando all'imminente rientro a scuola quando venne ucciso dalla mafia il gen. Dalla Chiesa.
Ricordo che stavo preparando l'esame di Analisi Matematica I quando la mafia uccise Giovanni Falcone.
Ricordo una rapidissima elezione di Oscar Luigi Scalfaro a Presidente della Repubblica per affrontare, con un assetto istituzionale definito, il gravissimo attacco della mafia allo Stato e il degradante assetto morale in cui erano stati fagocitati i partiti.
Ricordo che avevo appena dato l'esame di Informatica I quando la mafia uccise Paolo Borsellino.
Mi fermo, perché ognuno di questi ricordi meriterebbe un romanzo. Io ricordo gli eventi, ricordo le immagini, ricordo le sensazioni. Ricordo anche le idee che mi ero fatto, ma in nessun caso ricordo la risposta, la spiegazione, la giustificazione. Forse non esistevano allora, forse dovrebbero esistere ora. Ricordare in modo passivo non basta, il ricordo deve essere attivo ed accendere idee che rigenerano e non che tendono ad occultare nel passato cose che non hanno risposte.