In una splendida giornata di pioggia considero demotivante affrontare la realtà travagliata e molto più consolante navigare nell'immaginario dove tutto, o quasi, è
consentito. :-)
Oggi non penserei ai problemi politici, economici, morali, occupazionali, fisici, ecc., mi limiterei a far correre l'immaginazione. Peraltro organo (!?!) rattrappito che ha trovato scarsissimo
utilizzo negli ultimi anni se non provare ad inventare bislacche fiabe per mia figlia (il ranocchio Gargagallo, l'ape Proselinda,...) e spero che l'amore che la bambina nutre nei confronti
del suo papà le faccia mitigare il giudizio postumo su me medesimo. Anche la nonna paterna (mia madre) ha la stessa preoccupazione ed ha provato a "corrompere" il giudizio della bambina
riesumando i miei big Jim. Sono stati molto apprezzati, ma questo è un palliativo che potremo valutare tra 10/12 anni :-)
I più arguti si chiederanno: perché vincere i fantasiosi internazionali di Italia e non i ben più importanti Parigi, Wimbledon, New York? Perché anche nella mia fantasia c'è un senso di realismo. Il problema ovviamente non era tecnico. Era chiaro, nella mia mente, che il mio rovescio lungolinea in back, in avanzamento, avrebbe creato grossi problemi a Borg a Wimbledon, mentre il rovescio incrociato in top avrebbe annichilito Lendl a New York. Il problema era solo linguistico. Va bene non capire l'insulto, lo sberleffo dell'avversario, ma capire l'arbitro è necessario, sennò resti frastornato in un campo da tennis, infilato in un catino che ospita migliaia di spettatori che non capirebbero perché non capisci. Insomma un ingestibile imbarazzo linguistico che mi impediva di vincere anche nella fantasia tornei all'estero :-) la mia fantasia mi consegnava una gloria autarchica! ;-)
Se guardo fuori dalla finestra, il grigio mi penetra nell'anima e la cosa più bella a cui penso è la cioccolata calda che potrai gustarti alle 16.30 intingendo gli adeguatissimi biscotti secchi. Pura fantasia, perché non possediamo la cioccolata ed il mio intestino non sarebbe troppo contento. :-)
Quindi devo cercare altro, potrei cominciare da una fantasia nella quale parlo correttamente inglese e capisco perfettamente i soliloqui dei dirigenti aziendali agli incontri sindacali riuscendo a tradurre in tempo reale la povertà del vuoto che si nasconde in un gergo privo della concretezza necessaria per garantire sviluppo, e LAVORO!
Ops mi sono ritrovato dove pensavo di non ritrovarmi... I meccanismi della mia fantasia vanno rivisti... ;-)