La mia vittoria agli Internazionali di Italia, o era Palagano?

In una splendida giornata di pioggia considero demotivante affrontare la realtà travagliata e molto più consolante navigare nell'immaginario dove tutto, o quasi, è consentito. :-)
Oggi non penserei ai problemi politici, economici, morali, occupazionali, fisici, ecc., mi limiterei a far correre l'immaginazione. Peraltro organo (!?!) rattrappito che ha trovato scarsissimo utilizzo negli ultimi anni
se non provare ad inventare bislacche fiabe per mia figlia (il ranocchio Gargagallo, l'ape Proselinda,...) e spero che l'amore che la bambina nutre nei confronti del suo papà le faccia mitigare il giudizio postumo su me medesimo. Anche la nonna paterna (mia madre) ha la stessa preoccupazione ed ha provato a "corrompere" il giudizio della bambina riesumando i miei big Jim. Sono stati molto apprezzati, ma questo è un palliativo che potremo valutare tra 10/12 anni :-)

Per me la fantasia è stata spesso un passatempo. Per esempio io a 13 anni vincevo il torneo di tennis degli Internazionali di Italia, nella fantasia, mentre dal vivo vincevo il torneo di Palagano! Mica scherzo, vincevo veramente il torneo di Palagano, un 15 dopo l'altro, :-) e portavo a casa 12000 lire di monte premio. Le abbiamo poi spese in una degna "celebrazione del vincitore" con consumazione al bar Contri: patatine, pop corn, coca cola, ghiaccioli e chissà che altro. Segnalo che da dati istat dell'epoca il mio "mensile" si attestava a 10000 lire. Quindi la cifra del vincitore del torneo mi avrebbe garantito un tenore di vita ben oltre i miei standard nei 2 mesi palaganesi. Preferii però non avvizzire nel lusso sfrenato al quale avrei potuto abbandonarmi e condividere la mia gioia con chi mi accompagnò al bar Contri. :-)
I più arguti si chiederanno: perché vincere i fantasiosi internazionali di Italia e non i ben più importanti Parigi, Wimbledon, New York? Perché anche nella mia fantasia c'è un senso di realismo. Il problema ovviamente non era tecnico. Era chiaro, nella mia mente, che il mio rovescio lungolinea in back, in avanzamento, avrebbe creato grossi problemi a Borg a Wimbledon, mentre il rovescio incrociato in top avrebbe annichilito Lendl a New York. Il problema era solo linguistico. Va bene non capire l'insulto, lo sberleffo dell'avversario, ma capire l'arbitro è necessario, sennò resti frastornato in un campo da tennis, infilato in un catino che ospita migliaia di spettatori che non capirebbero perché non capisci. Insomma un ingestibile imbarazzo linguistico che mi impediva di vincere anche nella fantasia tornei all'estero :-) la mia fantasia mi consegnava una gloria autarchica! ;-)
Oggi però sono meno spregiudicato, la fantasia forse mi si è atrofizzata, non so che dire, non trovo nulla di, non dico travolgente, ma almeno consolante.
Se guardo fuori dalla finestra, il grigio mi penetra nell'anima e la cosa più bella a cui penso è la cioccolata calda che potrai gustarti alle 16.30 intingendo gli adeguatissimi biscotti secchi. Pura fantasia, perché non possediamo la cioccolata ed il mio intestino non sarebbe troppo contento. :-)
Quindi devo cercare altro, potrei cominciare da una fantasia nella quale parlo correttamente inglese e capisco perfettamente i soliloqui dei dirigenti aziendali agli incontri sindacali riuscendo a tradurre in tempo reale la povertà del vuoto che si nasconde in un gergo privo della concretezza necessaria per garantire sviluppo, e LAVORO!
Ops mi sono ritrovato dove pensavo di non ritrovarmi... I meccanismi della mia fantasia vanno rivisti... ;-)