Il rock è morto, viva il rock!

Un amico dice che il rock è morto e, nonostante la nostra inconsolabile tristezza, non serve continuare ad esibire il cadavere.

Dovremmo quindi procedere e seppellire? Il cadavere viene omaggiato per tradizione, o per inerzia, o per amore incondizionato, come accade a tutto ciò che in vita è stato straordinario. Perché questo si può dire con certezza: il rock ha avuto una vita straordinaria!
Non c'è nulla da fare ed è per questa aura epica, mitica, eroica che il business continua imperterrito a gestire i vari testamenti rockettari, più o meno biologici, più o meno artistici, più o meno decomposti.
Il culto post mortem si caratterizza con catartici giubilei presso grandi mausolei allestiti per l'Occasione. Occasione con la O maiuscola, incidentalmente utilizzata per garantire la presentazione dell'ultima pietra miliare del percorso musicale dell'interprete che al cadaverico rock intende ridare linfa. L'umanità in realtà questi mausolei li ha concepiti per altri scopi, di norma per l'esaltazione dello sport di massa, ma saltuariamente si modifica la destinazione d'uso per esaltare il rocker di passaggio, vivente, morente o morto che sia. I siti sono dotati di tribune e di palchi ipertrofici dove si possa consumare il rito che è parte integrante e rivelatrice trascendente del culto. Per il cadavere strimpellante la gloria è garantita sempre dal repertorio passato, ma questo poco importa, se non per attestare l'avvenuto decesso.

Le fasi sono chiaramente codificate ed immutabili

  • corsa all'acquisto in prevendita del biglietto (non si corre mai il rischio di arrivare al mausoleo senza avere, già in tasca, il foglietto che ti apra il cancello della gloria nell'alto del cielo rock)

(Inizio digressione storica)

Certamente questa fase non è stata mitigata e resa meno convulsa e faticosa dall'avvento della tecnologia. Semplicemente è stata spostata su un canale digitale rispetto al vecchio canale "analogico" che prevedeva un logorio fisico all'addiaccio: attesa dell'apertura del negozio prevendita dei biglietti a partire da orari improbabili, seguita dall'ansiosa irruzione nella speranza che i biglietti non fossero stati esauriti dal tipo uscito prima di te che, ne sei sicuro, notte tempo ha furtivamente scalato la fila senza che nessuno se ne accorgesse.

Ora la barbarica lotta di gomito è stata soppiantata, ma sempre di guerra dobbiamo parlare: sequela di clic ossessivi e compulsivi all'ora di apertura del gate del portale per accedere al paradiso del biglietto, accompagnata dalla meticolosa ingiuria al provider che non ti garantisce una connettività adeguata, ovvero dal ruggito stravolto se il server del gestore non riesce a gestire i milioni di clic che subisce nello stesso nano secondo. L'attesa è spasmodica ed accelerata dal cuore che batte, batte, batte. L'invecchiamento che subisci è identico a quello provocato della nottata passata all'addiaccio in un sacco a pelo anche se la si fa davanti ad un computer. Ora sei in una fila globale della prevendita biglietti che raccoglie niente di meno che tutto l'orbe terraqueo. Del resto per andare all'Evento, con la E maiuscola, potrebbero anche decidere di venire dalla Cina!

(Fine digressione storica)

  • viaggio di trasferimento presso il mausoleo con un congruo anticipo, non si sa mai che si possa mettere di traverso una renna sull'autostrada, o che ci sia unìinvazione di cavallette, o che cada il meteorite, o che...
  • ore di attesa per l'apertura dei cancelli, momento sempre utile per scrutare l'età media dei cultori del cadaverico rappresentante rock di cui possiedi in tasca il biglietto per il paradiso: sono vecchi? No, diciamo che li portano male...,
  • corsa per raggiungere il posto migliore, sempre meno agonistica, ma necessaria per collocare anche questo Evento nella Storia (notare la doppia maiuscola perché non esiste l'uno se non esiste l'altra e viceversa),
  • altra attesa per minuti?, ore?, pomeriggi? fino alla conclusione della cerimonia. Ma come? Ancora non hanno cominciato a suonare ed è già tutto finito? Sì per chi non ama il rock non è possibile comprendere che il rito qui si conclude, perché ora inizierà un'altra cosa, un'esperienza impareggiabile, comunque vada. Infatti quando l'artista entra sul palco si assurge al livello successivo, siamo ad un altro piano, siamo al massimo possibile, prima della morte: l'estasi trascendentale che potrà far dire a tutti i presenti "io c'ero!". E nelle successive discussioni con colleghi, amici, parenti non cultori di questo stato trascendente trasporto fisico e mentale al rock che accende la mente ed amplifica le sensazioni poter aggiungere: "lascia perdere, tanto tu che non c'eri e non puoi capire!". Discussione chiusa, il culto ha condotto all'estasi, il miracolo si è ripetuto. Tu sei vivo! Il rock è vivo! Forse..., ma non ditelo mai ai più accaniti cultori! ;-)

Per queste Occasioni, per questi Eventi utili alla manifestazione del culto nei mausolei occasionali gli umani hanno trovato il nome: Concerto. La C non può che essere maiuscola. Se il rock è morto il luogo migliore dove riviverlo insieme ad altri è quello. Discorso diverso vale per ritrovare il rock nella tua intimità. In questo caso un qualsiasi supporto musicale domestico (vinile, ciddì, audiocassetta...) garantisce vigore e vivacità se solo potessi avere ancora i pomeriggi interi che un tempo passavi ad ascoltare questa musica. Ora quei pomeriggi non li hai più e ti devi accontentare di spezzoni, di frammenti. Emozioni esili, ma intense. Il più delle volte fruite casualmente per radio in macchina, negli acensori degli hotel, negli altoparlanti degli ipermercati. Modalità non molto ossequiose per una cosa che si dice sia morta. Quindi il culto, se sei un cultore,va rinfrescato al momento opportuno, nel luogo opportuno: lo stadio, il palazzetto dello sport.


L'umanità ha la tendenza ad emozionarsi ed a coltivare per la vita i sentimenti di amore, foss'anche per un morto che ancora cammina. Questo almeno fino a che l'essere umano non capirà di essere stato tradito dal morto vivente che, raggiunta la fase senile, perde completamente di vista la sua dote, il suo tocco: essere, fare, incarnare il rocker per tutto quello che ci si aspetta da un rocker. Oppure, e questo non accade così raramente, quando il fruitore di rock non dimentichi l'amore che ha provato per il cadavere vivente ed in questo caso le parti sono invertite: è chi ascolta musica che ha raggiunto la fase senile ;-)
Ma in fondo che male c'è ad ostendere il cadavere vivente in uno stadio per far saltare sui prati "ragazzini" che hanno iniziato a consumare droghe farmacologiche ordinate attraverso ricette di medici di base e non acquistate di nascosto dal pusher all'angolo? Sono solo canzonette! Canta che ti passa! E gli affari sono affari! Un sogno non si ruba, anche se è un incubo con morti viventi! ;-)


L'amico citava tra i grandi del rock 3 nomi, credo esemplificativi: Rolling Stones, Springsteen, Clapton. Non che siano disprezzabili, ma se proprio vogliamo costruire il Pantheon delle morti eccellenti del rock io anteporrei i tre nomi con i seguenti: Who, Pink Floyd, Led Zeppelin, Jethro Tull, U2. Più si è andati in alto più grosso può essere il tonfo.
E' evidente che c'è la possibilità di estensione, ma solo nel caso in cui lo stato anagrafico sia "ancora in vita". Quindi esclusi Doors, Hendrix, Nirvana,... :-)

 

Personalmente ho sempre preferito la modalità intima di fruizione anteponendola al culto pubblico presso il mausoleo di turno. Scelta stilistica che mi consegna un background concertistico che però è arrivato il momento di confessare:

1983 Anna Oxa (Palagano)

1986 Ivan Graziani seguito da Orietta Berti (Palagano)

1987 Sparks (Palagano)

1988 No Fiction (Palagano)

1989 Zucchero (Reggio Emilia)

1989 Vasco Rossi (Modena)

1992 Springsteen (Milano)

1992 Gang (Palagano)

1994 Ligabue (Modena)

2004 Ian Anderson (Modena)

2011 Gang (Modena) con fuga dopo 3 pezzi di mia figlia che fino a quel momento ero riuscito a tenere seduta sulle ginocchia per tappandole le orecchie.

2011 Jethro Tull (Modena)

 

Se questo testimonia che il rock è morto, viva il rock! Se è vero il contrario vivo il rock!