La compagnia del carrista

Prima che il mio cervello inizi a perdere definitivamente colpi sulla memoria (evitiamo battute sulla perdita delle altre funzionalità tipiche del cervello e connesse alle dinamiche cerebrali legate al termine riassumibile in "ragionamento"), vorrei avere la capacità "letteraria" di descrivere una situazione irripetibile ed impensabile. Purtroppo queste capacità mi mancano e dovrete accontentarvi del mio approssimativo resoconto. Metteteci tutti del vostro per rendere vividi e realistici questi ricordi.

L'INCONTRO INATTESO
Gennaio 1991.
Sono stato trasferito da pochi giorni dal CAR (Centro Addestramento Reclute) alla mia destinazione definitiva presso la caserma Gamberini dove svolgerò il servizio militare con l'incarico 16b, cannoniere di carro armato Leopard. La caserma Gamberini si trova nella desolata pianura Padana tra Bologna, Imola e Ferrara in quel di Ozzano Emilia ed ospita uomini e mezzi dell'11 btg carri "M.O. Calzecchi". Il battaglione è un reparto operativo inserito nel FIR (Forza Intervento Rapido) che attiene ad un piano operativo difensivo previsto dal ministero della Difesa. In questo piano si sono definite contromosse per eventuali attacchi stranieri e si colloca il battaglione stesso a difesa del suolo patrio su una ipotetica linea longitudinale posta tra l'Adriatico ed Imola. Lo scopo è contrastare l'avanzamento teorico dell'esercito yugoslavo sbarcato sulla riviera adriatica (segnalo, per inciso, che a Gennaio 1991 la Yugoslavia era un paese ancora unito ed ancora comunista ed ancora collocato nella logica patto di Varsavia vs Nato; di lì a pochi mesi la Yugoslavia sarebbe tragicamente esplosa, non senza impegnarci, passivamente come 11 btg carri anche in quegli eventi bellici. Ma questa è un'altra storia, anche perché eravamo cresciuti e da battaglione ci avevano promossi a reggimento).
Il 17 gennaio 1991 io sono sulla tradotta che ci porta da Casale Monferrato ad Ozzano Emilia e gli USA hanno contestualmente dato il via ad un altro evento bellico che ci riguarda: con l'operazione "Desert Storm" inizia l'invasione dell'Iraq. Noi lo scopriamo quando alle 21.30 arriviamo in caserma ed un sergente maggiore, dal chiaro accento bolognese, ci prende in carico ricevendoci da un caporal maggiore, dal chiaro accento piemontese. La seconda compagnia dell'11 btg carri rientra la stessa sera da Ferrara, mentre alla mattina dello stesso giorno è partita la prima compagnia dell'11 btg carri per Ferrara. La FIR è già impegnata a presidiare l'azienda chimica della Solvay a Ferrara e la centrale elettrica di Ferrara, collocata presso la località Ponte Lago Scuro. Non usano i carri armati ma usano i FAL (Fucili Automatici Leggeri). Lo scopo è evitare possibili attentati terroristici irakeni dovuti alla partecipazione italiana alla guerra avviata dagli USA e supportata dalle forze Nato. Io vengo assegnato alla terza compagnia e c'è una gran fretta di mandarci al poligono, perché fino a che non avremo sparato con Garand, FAL ed MG (Machine Gun, per intenderci quella che Rambo utilizza come se fosse una colt di Tex Willer e che invece viene utilizzata solo con tiri da sdraiati perché un normale soldato italiano sarebbe ribaltato alla potenza del rinculo) non saremo abilitati a montare di guardia in caserma e meno che meno a Ferrara. L'addestramento è accelerato per questo motivo, per poter dare "fiato e respiro" alla prima e seconda compagnia sia in caserma ad Ozzano, sia a Ferrara. Questo è solo il contesto in cui si verifica l'inatteso.
Tutto quello che voglio raccontare succede esattamente il giorno prima di andare al poligono. Per terminare le esercitazioni quella mattina io sono stato prescelto, con altri 7, a prendere in consegna 4 Garand e 4 FAL per esercitarci con i nostri istruttori su caricamento, smontaggio e montaggio. L'indomani saremo in collina al poligono per sparare ed oggi sarà l'ultima occasione di approfondimento della teoria. Di servizio è l'armeria della prima compagnia e, visto che il soldato di leva addetto all'armeria è in servizio a Ferrara, ci consegna le armi direttamente il sergente maggiore della prima compagnia. Mi prende in simpatia perché lui è nato a Caiazzo e scambiamo due chiacchiere. Per questa io, che nel gergo cameratesco ero una "scimmia", termine che si usa per identificare i nuovi arrivati, prendo coraggio e, quando riportiamo i fucili prima del rancio di mezzogiorno, chiedo al sergente maggiore se ha notizie di un militare che si chiama Scordamaglia. Sorride e dice "Ma certo! È in prima compagnia ed ora è di là, vai, vai...". Entro nelle camerate di una compagnia che al momento è priva di soldati perché sono tutti a Ferrara. Scorda li raggiungerà domani perché, per qualche motivo, non è potuto partire prima.
Le camerate sono completamente sottosopra. I letti sono tutti disfatti, accatastati, sembra che ci sia un trasloco in corso. Ci sono letti anche lungo il corridoio è difficile passare. Poi sento un "ticchettio", avanzo e nell'ultimo letto della stanza a sinistra vedo Scorda seduto che sta giocando con un giochino elettronico. Entro nella stanza scavalcando l'ultimo letto posto ad ostacolo e lo chiamo. Lui alza la testa, mi guarda, rimane bloccato un nanosecondo, poi si richina per riprendere il gioco, ma dice: "Cazzo, mi fai perdere un record già fatto, ma ne vale la pena!". Spegne il gioco si alza e viene verso di me chiedendomi cosa cazzo ci faccio lì e quando cazzo sono arrivato e dove cazzo mi hanno assegnato e raccontandomi cosa cazzo ci fa lui e perché cazzo ora è solo e quando cazzo dovrà partire insomma tutto il repertorio del commilitone che parla con il nuovo commilitone :-)

IL PICCHETTO DI ONORE PER IL COMANDANTE DI CORPO D'ARMATA
Marzo 1991.
Oltre a fornirmi tutte le competenze necessarie ad un cannoniere, il servizio di leva mi ha fornito tanta esperienza in guardie ed in picchetti di onore, con relativi attenti!, avanti-marsc!, passo!, cadenza!, fino al fatidico presentat-arm! In quel mese il comandante di corpo di armata, di cui la brigata Trieste che inglobava l'11 btg carri faceva parte, decide di venire a far visita alla nostra caserma. Parte il forsennato lavoro svolto a sistemare la caserma per quello che si poteva ed addestrare il picchetto d'onore che avrebbe accolto il generale: lui fiero e marziale lo avrebbe passato in rassegna. Per il picchetto quelli alti erano i più richiesti ed io e Scorda entrammo nel novero dei "fortunati". Essendo il picchetto organizzato su due file Scorda avrebbe dovuto essere in prima file ed io, per pochi centimetri, avrei dovuto essere in seconda file. Purtroppo la drop di Scorda aveva un bottone lasso e Scorda se ne accorse solo la sera prima: non c'era il tempo di passare dal sarto. Quindi alla mattina mi disse che sarei stato io in prima fila. Ok, non c'è problema, solo che alla pre-rassegna del nostro tenente colonnello questi si ferma di fronte a me e, parlando come se io fossi un manichino, dice: "I casi sono due: o questo carrista è fatto male, oppure è fatta male la divisa! Tu!" ed indicò Scorda "vieni davanti!" e mi spinse indietro. Il tenente colonnello si accorse però del bottone lasso e, capendo che non c'era più tempo, ritornò sui suoi passi. Io tornai in prima fila, non prima di avermi stiracchiato e stroppicciato per farmi assumere una conformazione migliore, perché certamente non era fatta male la divisa, ero fatto male il carrista. :-)

L'UNICO GIORNO DI CONSEGNA
Giugno 1991.
Campo estivo a Candelo in provincia di Biella, dove le zanzare possono essere allontanate solo grazie alla contraerea o usando un liquido trasparente e privo di etichetta che ti consegnano direttamente all'infermeria. Cosa sia realmente contenuto in quel liquido nessuno ha mai avuto il coraggio di chiederlo al dottore...
Per la terza compagnia sarà il primo campo nel quale potremo simulare azioni di guerra, sparare in azioni costruite sui movimenti a sbalzo, tipici delle compagnie carriste, e concludere il tutto con il glorioso assalto carrista al suono della MG abbinata che scandisce la cavalcata verso la gloriosa meta. Meta che altro non è che una sagoma di tela forata dalle ogive da 105 mm, se il cannoniere è stato bravo: la foto con questa tela sarà il ricordo per tutto l'equipaggio.
L'organico delle compagnie è limitato e, come noi abbiamo prestato una decina di soldati alla prima compagnia quando sono andati al loro campo in Sardegna, oggi è la prima compagnia che ci presta una decina di militari per completare i nostri organici. Tra gli altri c'è anche Scorda.
Per i turni di guardia alla porta carraia io vengo assegnato alla muta di cui fa parte anche Scorda. È il più "anziano" del corpo di guardia e quindi "conquista" l'ultimo turno, quello più ambito. Io però ho un problema, perché sono senza orologio. Scorda me lo presta e, siccome lui mi dovrà dare il cambio, io glielo restituirò quando lo vado a svegliare per il suo turno. Finita la mia ora di sentinella entro in tenda, sveglio Scorda che mi guarda, gli do l'orologio che vedo si mette al polso e mi butto nel sacco a pelo. Alle 7 vengo violentemente svegliato dal tenente di picchetto che entra in tenda gridando: "Cazzo! Sveglia! Chi cazzo è di guardia! Vi sbatto tutti dentro!". Scorda si è riaddormentato ed ha lasciato sguarnito il presidio alla porta carraia. Il tenente, come indemoniato, ordina un giorno di consegna per tutto il corpo di guardia in servizio quella notte. Poco male essere consegnati un giorno dove la località più vicina è Candelo che puoi raggiungere in libera uscita solo in camionetta, la quale non viene messa a disposizione se non alla domenica. Questo però ti sporca la fedina ;-)