Parlamento ingovernabile? Gli scout PD-SEL devono avviare una esplorazione

Io sono convinto che qualcosa cambierà e spero che il cambiamento sia positivo. Com'è quella cosa che si dice sempre e consente di aggrapparci ad un'ancora di salvezza con l'entusiasmo di chi dice e pensa che può contribuire a cambiare e migliorare le cose? Ah, sì! La speranza è sempre l'ultima a morire! :-)

Però credo anche che a seguito del risultato delle politiche del 24 e 25 Febbraio 2013 il primo effetto del cambiento debba essere un chiaro, veloce, inequivocabile ricambio nei vertici dei partiti "democratici" che non hanno vinto (hanno perso?, vediamo quanto è pieno il bicchiere, sicuramente non sono in grado di governare in "solitario" quindi non hanno vinto). Penso che Bersani, Ingroia, Vendola (in rigoroso ordine alfabetico) debbano fare il più classico dei "passi indietro" ed avviare, come succede in ogni partito politico democratico, il percorso per il passaggio a nuovi dirigenti massimi per evitare lo stillicidio del "avete sbagliato tutto ed ora c'è l'ingovernabilità", logica che davvero impantanerebbe lo scenario politico del centro sinistra e potrebbe addirittura portare ad una difficilmente sanabile spaccatura, soprattutto nel PD (vedi i Grillini che hanno votato Renzi alle primarie e poi, insoddisfatti da Bersani, hanno votato M5S alle politiche, ovvero che avrebbero votato PD se ci fosse stato Renzi come candidato premier. Non esprimo un giudizio, faccio una mera constatazione che il PD è il partito più esposto a "scissioni" in nome della governabilità). In più questa nuova situazione non valutata a priori potrebbe trascinare la consolidata prassi "giustificazionista" per cui "abbiamo perso le elezioni, ma per colpa di qualcun altro". Il "qualcunaltro", di volta in volta, è RC, è PD, è Monti, è Grillo, e via così, di colpevole in colpevole e con il "cadavere" Paese che resta esanime sul tavolaccio per l'autopsia. Noi dobbiamo provare a salvare il Paese prima di deporlo esanime su quel tavolaccio!

A memoria mia l'unico leader che fece una cosa "dirompente" come dimettersi dopo aver perso le elezioni fu Occhetto (che del resto fu lo stesso che "ruppe" il Partito Comunista Italiano e nel giro di 5 anni si trovò da leader della potenziale novità politica italiana, una gioiosa macchina da guerra, a leader di sé stesso). Infatti i vari leader, leaderini, leaderucci, sotto-leader, vice-leader, leader-ombra che lo seguirono nelle diversificate frammentazioni della sinistra italiana si sono sempre "abbarbicati" alla poltrona (pardon, è poco fine, diciamo al ruolo) con una pervicacia che ha davvero fatto supporre o, peggio, fatto intravedere che gli sconfitti restassero lì non per senso di responsabilità, ma per interesse personale nella gestione anche della sconfitta. Sono semplicistico? Forse sì, ma chi aveva l'auspicio di diventare il capo scout del giovane inesperto parlamentare del M5S ora deve comprendere che l'ipotizzata gerarchia (io capo, tu scout) è saltata per volontà popolare (il popolo è sovrano non possiamo mica lasciarlo nella bocca di Casini se abbiamo l'aspirazione di aggregare persone coinvolgendole in un progetto politico "popolare di centro sinistra" e non intellettual-salottiero-affaristico!).

La situazione in Italia, peraltro, mi infastidisce perché continua a dimostrare una clamorosa voglia di cambiamento dell'italiano che vota, ma che viene attratto da forze politiche talmente dirompenti da dimostrarsi nel breve/lungo periodo effimere, se non verticistico-dittatoriali-padronali (penso a Forza Italia, penso alla Rete, penso alla Lega Nord, penso ad IDV, penso a M5S con l'attenuante che questi ultimi sono stati iniziati da poco alla politica e quindi il giudizio sulla loro effimerità per me è sospeso). Non è invece sospeso il giudizio sulle incoerenze e sulle "sparate" del nobile padre-padrone Grillo, sulla vaghezza del programma e sulla insuperabile inadeguatezza di parlamentarie che hanno espresso una classe dirigente indefinita, certamente inesperta, ma purtroppo nemmeno certa di competenza e lungimiranza politica. Cosa significa rispondere alla domanda "adesso come vi comporterete in Parlamento per la formazione di un Governo?" con la più insulsa e vuota risposta possibile: "noi votiamo le idee". Ho capito che votate le idee, ma si deve prima votare la fiducia ad un Governo che non è un'"idea", ma è un consesso di ministri tra i quali potrebbero essercene dei tuoi!!! Ma forse la giovanissima 25enne Grande, che ha dato questa sorridente e strampalata risposta, non aveva mandato da parte del nobile padre-padrone Grillo a dire qualcosa di più "innovativo" per quel M5S, tanto innovativo quanto imbalsamento dentro al restrittivo controllo padronale di sua comicità Grillo. Ovvero non poteva dire quella che è una naturale conseguenza del diventare il partito di maggioranza relativa che "ora che siamo al primo posto forse dobbiamo anche assumerci la responsabilità di governare e non solo di sfasciare". La Grande non ha avuto il coraggio di uccidere, metaforicamente, il nobile padre Grillo, vedremo cosa si svilupperà nei prossimi giorni nel corso delle consultazioni.
Peraltro questi giovani parlamentari dovranno anche contribuire all'elezione dei presidenti dei due rami parlamentari, dei presidenti delle commissioni parlamentari e lì non si tratterà di ragionare di idee, ma si tratterà di valutare opportunità politiche di collocare in quei ruoli persone di comprovata esperienza, o competenza. Non si parlerà di "idee", per quanto nobile e soddisfacente sia per il parlamentare M5S discutere di idee senza "preoccuparsi" che le idee devono poggiare su concrete istituzioni che sono rappresentate ed incarnate in uomini e donne.

Ora non so cosa uscirà delle consultazioni, ma, per evitare quello che successe nel 2006 dove un traballante Governo Prodi restò in sella per poco più di 18 mesi, credo che il PD-SEL dovranno necessariamente guardare al loro interno e trovare una soluzione inclusiva che faccia i conti con il nuovo scenario politico che prevede l'esistenza di una forza politica non adeguatamente valutata in questi anni. Forza politica che ha il dirompente vigore di dichiararsi "irresponsabile" rispetto al Parlamento che vogliono ribaltare come un calzino, ma che invece ora ha davvero la grande responsabilità di essere la prima forza politica che deve farsi carico, pro quota, dei grandissimi problemi dell'Italia. Se PD-SEL non fossero in grado di approfondire questo nuovo scenario temo che tornare al voto in tempi rapidissimi sarebbe inevitabile e temo che sarebbe altrettanto inevitabile la sconfitta del centro sinistra dando ancora una volta fiato a Berlusconi e compagnia cantante ed inevitabilmente anche a M5S.

Dei partiti / liste di "plastica e silicone" (PDL e Lista Civica) non ho molto da dire. L'unica cosa che penso è che non possono essere un riferimento sul percorso dei leader di partito che citavo prima (escludendo il "pur bravo" Ingroia che non ne ha azzeccata una e che non è nemmeno entrato in Parlamento). Per questo plasticume nulla cambierà, ma lasciamo che sia, lasciamoli alla loro deriva senza offrire inopportune "spalle" per traghettarli, ancora una volta indenni, nella futura direzione del Paese. Il pallino è in mano a PD-SEL e se lo deve giocare in un nuovo contesto da esplorare per non tradire quelle esigenze di cui il paese ha bisogno come dell'aria per respirare. La responsabilità che questi leader del centro sinistra hanno sta anche nel dire "ho sbagliato, scusate, me ne vado". Lacrime, applausi e poi si riparte. Nulla è immutabile a meno che tu decida di non mutarlo. Ora va deciso di mutare, profondamente, per ripartire. Magari con più fatica, magari con soluzioni non perfette, ma nell'ottica di dare un servizio coraggioso ed innovativo al Paese che costruisca e che non abbia come orizzonte l'operazione di distruzione.