L'iniziativa di Bersani ha la vocazione minoritaria? Io dico di no

Il M5S ha "cannibalizzato" il potenziale elettorato dell'"estrema sinistra" (Vendola ed Ingroia) perché ha intercettato meglio ed in modo più eclatante il malessere di quegli elettori. Lo ha fatto in modo trasversale unendo quell'elettorato di sinistra con l'altrettanto "cannibalizzato" elettorato della Lega Nord, ma ha pure eroso parti consistenti di consenso al PD ed al PDL.
Monti ha raggiunto nemmeno il 10% per la sua "fama personale" dimostrando che è stata nulla o addirittura dannosa la "soffocante" alleanza con Casini e Fini e nulla o addirittura dannosa la gestione del Governo che non ha fatto praticamente nulla per uscire dalla crisi. Va ricordato che Renzi, nel corso delle primarie del PD prima che Monti ed Ingroia "salissero" in politica, sosteneva la necessità di dialogare con i moderati (Casini, Fini, Rutelli) e rompere con SEL, cercando di intercettare quei voti che poi sono andati a Monti (del resto Monti diceva le stesse cose nella fase finale della campagna elettorale). Il risultato è stato nullo per Monti, sarebbe stato inutile per Renzi che, a conti fatti oggi, non avrebbe comunque i numeri per governare. Quindi quelli che dicono "se ci fosse stato Renzi ora le cose sarebbero diverse" continuano a non voler vedere l'efficacia e la forza del M5S che ha interpretato meglio di chiunque altro l'umore profondo del Paese ed al netto degli 0,...% oggi ci troveremmo nella stessa identica condizione.
Nella situazione data quindi non definirei a vocazione minoritaria l'iniziativa di Bersani, anzi direi che è l'unica strada percorribile per provare a dare un Governo a questa legislatura. Il pastrocchio con il PDL farebbe perdere consenso ed identità al PD, non tanto e non solo in termini di apparato politico (mal di pancia?, scissioni?, fuoriuscite?...), ma in termini di elettorato e consegnerebbe al M5S alle prossime elezioni tutti i delusi di chi ha intravisto nel PD una forza di rinnovamento. Peggio sarebbe chiudersi nelle stanze istituzionali ed "architettare" un'alchimia governativa (Governo del Presidente, Governo di scopo, prorogatio del Governo Monti,...) che non poggerebbe su nessuna delle istanze urgenti e necessarie nella situazione attuale. L'esperienza tecnica a prescindere l'abbiamo già vista con il recente Governo Monti che ha saputo essere veloce e forte su pensioni e riforma del lavoro, ma ha lasciato intonse tutte le altre scottanti e gravi questioni che Grillo ha potuto e saputo cavalcare (chi ha pagato di più questa situazione sono proprio PD, UDC, FLI quelli che Renzi vedeva protagonisti del Governo da lui guidato se avesse vinto le primarie).
Per il PD anticipare il congresso sarebbe certamente un elemento di sano esercizio per una analisi finalizzata ad una comprensione senza sottovalutare il "riposizionamento" in un nuovo quadro politico stravolto. Il PD non può prescindere dal contesto che è molto diverso da quello auspicato nelle primarie da Bersani, ma anche da quello descritto da Renzi.
Io penso

  • spendibile un tentativo di aprire a Grillo (pochi punti condivisibili che garantiscano una stabilità certa anche se temporanea con un Presidente del Consiglio espressione del PD, anche se non necessariamente Bersani qualora questo diventasse dirimente per l'avvio del Governo);
  • necessarie le dimissioni da segretario del PD di Bersani per poter avviare una fase congressuale che abbia l'obiettivo sopra detto.

Io credo che Renzi mostri tutti i limiti della sua iniziativa che si è dimostrata uguale e contraria a quella messa in campo da Bersani (rottamare il vecchio nel PD rientra in una logica ormai necessaria e richiesta a gran voce, ma al contempo predefinire un ipotetico partner come i centristi vecchi tanto quanto i rottamabili piddini andava contro la logica del rottamatore). Grillo su questo avrebbe surclassato Renzi esattamente come ha surclassato Bersani. Il congresso del PD e le "correnti" che compongono il partito dovranno tenere ben presente questa "somiglianza" tra Bersani e Renzi che, se perpetuata, non garantirebbe il riavvicinamento del potenziale bacino elettorale che si è ritenuto libero da vincoli nei confronti di un partito che non ha saputo cogliere le istanze, reali o surrogate, imposte dalla crisi economica-sociale e dall'impetuosa iniziativa di Grillo.
Certo è molto difficile, ma non vedo altre vie se non quella ipotizzata da Bersani e dalla direzione del PD. Se non andrà in porto si tornerà al voto a Giugno, tempi tecnici permettendo...