L'inconsistenza

Siamo reduci, reduci di sistemi consistenti ora diventati inconsistenti. Anche se a volte impropri (sbagliati) i vecchi sistemi certamente non erano aleatori. Come volevi ti collocavi. Questa libertà della volontà individuale ha caratterizzato un lungo periodo, alcuni direbbero bello, che però se n'è andato, è finito. Abbiamo superato il terrore del solido "Grande fratello" (letterario e non televisivo) per consegnarci al liquido "Grande fratello": tutto può essere purché nulla sia.
Le certezze che hanno attraversato la nostra esistenza sono saltate una ad una. Sapevamo che alla lettera A seguiva la lettera B, immancabile, immutabile, precisa. Poi, però, queste certezze si sono scardinate, ci hanno scardinato. La lettera B segue sempre la lettera A, ma lo fa non per regola alfabetica, ma più spesso per garanzia storica, per tradizione consolidata, per prassi: in fondo è sempre stato così, cosa potrebbe portarci a cambiare? Prima A e poi B.
In questa assenza di certezze di convinzioni (profonde?, superficiali?, errate?) ci siamo barcamenati nella tradizione, nel buon senso, nel "così è giusto, nonostante tutto", senza però dare consistenza alle nostre parole ed alle nostre azioni. Ci siamo assuefatti alla liquidità che ci consente di condividere tutto e pure il suo contrario. Si dimostra straordinaria la preveggenza di chi rivendicava la fantasia al potere come elemento migliorativo, ma la fantasia, oggi, sta anche nel subalterno al potere che è sufficientemente fantasioso da giustificare il potere anche quando potere non è (ancora) e semplicemente anela a diventarlo (oggi, no!, domani, forse..., ma dopodomani sicuramente!). Più sono inconsistente più ho possibilità di conquistare il potere, perché tutti mi riconosceranno per quello che non sono, l'unica garanzia a raccogliere la fiducia.
Più fantasia per tutti! Più inconsistenza per tutti!
Il mondo va comunque avanti...