La gente non guarda una partita di tennis per vedere la purezza dei gesti, la guarda perché il tennis è divertente. Sono d'accordo con tutti coloro che guardano una partita di tennis perché si
divertono. Non può essere altrimenti. Ciononostante il divertimento è, molto spesso, solo del pubblico. Sul campo è fatica e sofferenza, perché il tennis è sacrificio, dedizione, concentrazione.
Come tutti gli sport, come tutti i lavori, come tutte le vite. Anche tra quelli che vengono scambiati per "farfalloni" che si aggirano eterei sui rettangoli di gioco sostenuti solo dal loro
straordinario talento e nulla più. Sfatiamo questo mito a favore di tutti gli amatori che si sentono brutti anatroccoli: per diventare cigni si deve comunque faticare perché il talento non basta
mai.
Anni fa un noto, e peraltro bravissimo, cronista italiano "inchiodò" un discreto giocatore italiano alla nomea di colui che "scende in campo come un impiegato che sta entrando in ufficio". Nella
mia men che modesta carriera agonistica non sono mai entrato tra le quattro reti che circondano un campo da tennis pensando che sarebbe stato divertimento e gioia da distribuire a piene mani. E
nemmeno che sarei stato in grado di fare spettacolo. Al massimo piccole emozioni, un gioco, sì brioso, ma pulito, tanto pulito che di più non si poteva. Fin troppo pulito, come farebbe un
qualsiasi impiegato che entra in ufficio.
Eppure il tennis è un gioco e, come tale, non è pensabile rimuovere l'aspetto ludico. Essendo io un mediocre giocatore ho percorso una strada nella quale ho scelto lo stile al controllo, la forma
alla foga agonistica, l'estetica alla potenza, la varietà alla monotonia.
Il rovescio a due mani consente di avere un maggior controllo sulla palla, ma meno varietà e poi: cosa ti serve il controllo quando puoi esibire il movimento più bello che ci sia? Il tennis vive
di bellezza e violenza, di forza e perfezione, di perseveranza e genio. In questo non c'è un unico elemento comune, quindi ne scelgo quattro:
- poter giocare il punto tenendo in mano la seconda pallina inutilizzata al servizio,
- aver maggiore libertà di braccio per colpire anche quando sei in ritardo,
- non essere schiavo del top spin, ma nemmeno del back spin,
- non avere calli anche sulla mano sinistra.
Purtroppo nonostante queste quattro ottime ragioni non mi sono salvato spalla e gomito. Il tennis è uno sport pericoloso, siete tutti avvertiti, ma se vi collocate tra il pubblico sappiate
apprezzare anche i gesti.