Con alcuni amici e conoscenti abbiamo iniziato qualche mese fa un processo di "brain storming" (sticazzi!!!) orientato a scambiarci idee ed opinioni sull'educazione scolastica in Italia. Alcune
delle mie considerazioni le potete leggere a questo indirizzo.
Come tutte le mattine, mentre vado al lavoro in autobus, ho modo di sfogliare il giornale e venerdì mattina ho letto con molta attenzione la prima parte di un'inchiesta, che sta pubblicando
"il manifesto", dal titolo assai significativo: "Viaggio nella scuola rimasta in mutande". La scuola a cui si riferisce la
giornalista Cinzia Gubbini è quella pubblica, mentre le mutande sono quelle degli studenti, genitori e docenti.
Infatti le maestre devono comprare di tasca propria il materiale per consentire ai ragazzi di costruire i classici "lavoretti" di Paqua, i genitori devono fornire anche loro un contributo dotando i
bambini di carta igienica, piuttosto che di un "portafoglio" che consenta di sviluppare attività didattiche che altrimenti dovrebbero essere soppresse. Eppure le cose stanno anche peggio di
così.
Un decreto legge prevede il taglio per le supplenze di un'entità clamorosa. Nella scuola presa ad esempio il fondo è di 96 mila € lordi, mentre lo scorso anno le esigenze sono state di 184 mila €
netti!!!
Quindi molte scuole, già ad aprile hanno svuotato la cassa del fondo supplenze. Questo significa che da qui a fine anno i docenti dovranno fare "salti mortali" per garantire continuità alla
didattica, altro che tre I!!!
Succede infatti che per coprire i docenti assenti, le ore di compresenza, utili per garantire lo sviluppo di particolari attività, vengano azzerate, oppure che le "classi" vengano smembrate e
ricollocate temporaneamente e parzialmente in altre sezioni. E' evidente il danno per gli studenti, ma anche per i docenti!
Ma la cosa ancora più grave è che sono state limitate anche le maestre di appoggio per i bambini portatori di handicap. Infatti si è alzato per legge il "grado di handicap", facendo sì che molte
maestre di appoggio non risultassero più necessarie. Nel giorno di Pasqua il commento della preside della scuola dove è partita l'inchiesta de "il
manifesto" è sintomatico: "Da un anno all'altro sono tutti migliorati. Un miracolo".
Voglio ricordare l'impegno che lo stesso Prodi prese in campagna elettorale con il paese: la formazione e la ricerca devono essere alla base del nostro operato. Ora le cose non vanno così. Si deve
cambiare, si può cambiare, sennò a cambiare dovrà essere il governo!