Fight Club

Autore: Chuck Palahniuk

 

Giudizio: ***


Attenzione: la lettura di quanto segue comporta la scoperta di tutta o di parte della trama.

Anarco insurrezionalismo allo stato puro!

Il romanzo di Chuck Palahniuk racconta la vicenda di un rispettabile cittadino ed irreprensibile impiegato che, assillato dalla vita che evidentemente non gli riserva soddisfazioni, inizia a soffrire di insonnia. E' un mondo rovesciato quello che ci racconta l'autore, un mondo dove chi "sta bene" soffre e chi "sta male", al contrario, trova un senso per aggrapparsi alla vita. Anche il protagonista cerca una via di fuga passando dal lato di quelli che stanno male, che sono il male, che fanno il male.
Questo è un elemento che si rintraccia lungo tutta la narrazione che in effetti è incentrata sul sovvertimento delle convenzioni sociali. Quello che la società ritiene il "bene" diventa il "male", mentre quello che la società identifica con il "male" diventa invece l'unico elemento di sviluppo e progresso per il genere umano. Ovviamente non tutti i personaggi del romanzo capiscono ed interpretano fino in fondo questo ribaltamento dei valori, solo gli "eletti" riescono a raccogliere la sfida. Il protagonista è, anche se in modo non sempre consapevole, uno di questi "eletti" insieme al suo amico e socio fondatore del Fight Club.

La prima regola di questo club segreto afferma che "La prima regola del Fight club è non parlare mai del Fight club". E nell'ottica del "ribaltamento" di cui parlavo prima il club diventa frequentatissimo. Uomini di ogni censo e razza, normali padri di famiglia, piuttosto che irreprensibili commessi, piuttosto che dirigenti di azienda si trovano nelle cantine di locali pubblici per picchiarsi con ferocia fino a che uno dei due non si arrende. Dopo la dichiarazione di resa tutti amici come prima. Sono tutti accomunati dalla mancanza di un valore che rintracciano nell'amicizia che può legare solo dei "combattenti".

Non vado oltre, la trama riserva altri e più clamorosi sviluppi, ma resta evidente che tutto l'impianto del romanzo ruota intorno ad una violenta critica del modo in cui viviamo, del modo in cui consumiamo, del modo in cui ci sottomettiamo a stupide convenzioni. La conseguenza a questa critica, per un gruppo di combattenti, non ha altro sbocco se non il combattere questa società. E la strada che si decide di percorrere è ancora una volta quella meno convenzionale.

Un bel libro che merita di essere letto perché racconta dei pericoli della società in cui viviamo. A partire dalla distruzione dell'ambiente per arrivare alla constatazione che, non essendoci democrazia per mancanza della partecipazione e della consapevolezza della cittadinanza, allora si può agire in assenza di democrazia. Un'avanguardia di "illuminati" deve farsi carico di raddrizzare le sorti della nostra società. Nulla di più verosimile di quanto viene raccontato potrebbe realmente accadere, anche alla luce degli accadimenti dell'11/9/2001, perché la feroce critica che viene fatta ad aspetti non secondari del nostro modo di vivere ha fondamenti reali, non è per nulla fantascientifica.

Nota a margine: a differenza di quanto accade di solito, la riduzione cinematografica di David Fincher con la partecipazione di Edward Norton, Brad Pitt, Helena Bonham Carter ed un cameo del rocker Meat Loaf è potente ed al tempo stessa fedele. E' forse più apprezzabile del libro stesso.


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Prima regola del Fight Club: non si parla del Fight Club.
Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club.
Terza regola del Fight Club: se qualcuno si accascia, è spompato, grida basta, fine del combattimento.
Quarta regola del Fight Club: si combatte solo due per volta.
Quinta regola del Fight Club: un combattimento alla volta.
Sesta regola del Fight Club: niente camicia, niente scarpe.
Settima regola del Fight Club: i combattimenti durano tutto il tempo necessario.
Ottava regola del Fight Club: se è la vostra prima sera al Fight Club, dovete combattere.