I ragazzi della Via Pal

Autore: Ferenc Molnar

 

Giudizio: *****


Attenzione: la lettura di quanto segue comporta la scoperta di tutta o di parte della trama.

E' un libro che mi hanno letto da bambino, quando ancora non sapevo leggere, e che ho riletto da ragazzino. E' l'unico libro che abbia mai riletto. E' l'epica storia di due gruppi di ragazzini che costruiscono la loro "microsocietà" sui modelli degli adulti. Modelli che prevedono i soprusi e le angherie, lasciando però spazio anche ai grandi slanci di cui sono capaci i giovani.

Il libro narra delle vicende di due compagnie di ragazzi (ginnasiali) che devono fare i conti con gli spazi della città che cambiano (gli spazi per i loro giochi sono ridotti dalle costruzioni di nuovi palazzi) e con le differenza di classe tra ricchi e poveri. I due gruppi sono organizzati in modo rigorosamente gerarchico eppure il libro racconta di come non siano le gerarchie a definire il livello di dignitià delle persona, ma è l'anima dei ragazzi stessi a fare la differenza.

L'abnegazione di Nemecsek ad un un "ideale" è elemento di trasporto e di emozione per il suo stesso comandante Boka, ma è pure elemento che gli viene riconosciuto dal comandante nemico Ats. Nemecsek si immola per la vittoria del suo gruppo. Lo fa da soldato semplice, unico soldato semplice in un "esercito" di ufficiali. Lo fa da eroe come il quasi contemporaneo Enrico Toti. Lo fa senza un reale tornaconto, se non la consapevolezza di aver fatto quello che doveva, perché a quello era destinato. Lo fa nella consapevolezza che per farlo perderà la vita.

La morte di Nemecsek darà la vittoria al gruppo di Boka, ma non consentirà loro di salvare il luogo dei loro giochi che verrà sostituito da un palazzo. Eppure l'epica del racconto non sta solo nella tragica fine di Nemecsek, ma anche nel paragrafo finale dove l'autore ci saluta con queste parole: "Giovanni Boka guardava fisso davanti a sé, e per la prima volta, nella sua pura e semplice anima di ragazzino, balenò l'idea di ciò che propriamente è questa vita, per la quale noi, ora con gioia, ora con mestizia, lottiamo".