Tennis, tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più)

Autore: David Foster Wallace

 

Giudizio: ****

 

Con un titolo così intrigante, come fai a resistere alla lettura? Non puoi farlo e ti ci lanci a capofitto! Apri il libro e ti prepari a tutto quello che ti viene prospettato nel titolo, comprese le sorprese sulle altre cose divertenti che David Foster Wallace non farà mai più...
Molte cose si possono annoverare tra l'assolutamente imperdibile.
Come l'indimenticabile Mary Tyler Moore che diventa inconsapevolmente ed involontariamente strumento di ironia che disarma i giovani scrittori americani che non hanno la capacità di criticare la televisione che ora utilizza le stesse armi che i maestri di questi giovani scrittori avevano puntato contro la tv il decennio precedente.
Ma anche la pedissequa descrizione della fiera statale dell'Illinois, con tutta l'ironia ed il sarcasmo che qui può essere sparato sull'evento annuale che è il contenitore provinciale ed al tempo stesso megalomane di uno stato americano. In pochi giorni, a temperature terrificanti, sono racchiusi eventi imperdibili come le sfilate di buoi affiancate a gare di danza country, tornei di boxe under 10 (!?!), esibizioni di allevamenti di galline, stand di fitness da televendita notturna, sermoni di predicatori da stand per la salvezza spirituale in un mondo corrotto e cattivo che vive nelle fiere (!?!) e tanto altro ancora. Il tutto collocato in un mastodontico luna park che contiene gigantesche strutture di terrificante divertimento dove un normale essere umano dovrebbe essere spaventato più che divertito, almeno a parere dell'autore.
Eppoi trovi anche la rispettosa e devota descrizione del lavoro e dei lavori che dovrebbero contribuire a intendere il genio cinematografico di David Lynch. Genio malato o genio ironico? Qualunque sia la declinazione il genio resta.
Ma il titolo mantiene le promesse? Non del tutto, la trigonometria ed i tornado vengono un po' trascurati. Tutto a vantaggio del tennis di ragazzini del midwest (David tra loro) e quasi campioni che campioni veri non saranno mai (Michael Joyce), ma che visti da vicino ti fanno capire perché tu giovane campioncino del midwest avresti difficoltà morali prima che tecniche anche solo a fare due palleggi con questi professionisti del tennis. Talmente grandi, talmente lontani, talmente forti che non ti capaciti di aver potuto pensare di essere un buon giocatore di tennis.
C'est la vie, chi ora scrive brillanti saggi su tanto tennis, cinema, televisione e società americana e poca trigonometria e tornado non gioca rovesci bimani di anticipo, quasi bene come Agassi, con etichette di sponsor cucite sulle magliette.