Momenti di trascurabile felicità

Autore: Francesco Piccolo

 

Giudizio: *

 

Questo è uno dei tanti libri che mi hanno regalato per la lunga degenza ed aveva tutte le caratteristiche per essere prossimo alla perfezione per
- la forma (piccolino e comodissimo da leggere quando sei bloccato a letto),
- la sostanza (nulla di intellettualmente impegnativo, anzi strutturato e frammentato in brevi pezzettini, massimo 3/4 paginette e quindi, per sua natura, autopredisposto ad una lettura anche quando la testa non è perfettamente concentrata),
- la quarta di copertina (un estratto gustoso, divertente, ironico del contenuto che mi accingevo a leggere)
- il titolo (accattivante)

Nonostante tutti gli auspici il contenuto del libro mi ha clamorosamente deluso... una delusione che ho cercato di arginare aggrappandomi ad ogni pagina, cercando di interpretare una felicità trascurabile che forse io non riuscivo a cogliere, ma più ci ripenso e più sono deluso. Ho deciso di sospendere il pensiero per non far finire il mio giudizio sotto terra. Ammesso, e non concesso, che il messaggio del titolo sia "c'è felicità anche quando non ce ne accorgiamo" il contenuto che racchiude la felicità non percepita io non sono riuscito a ravvederlo, né nel divertimento, né nello scherzo, né nella routine, né nelle stranezze che la vita ti può riservare.
Il pezzo più bello e divertente del libro è stato messo in quarta di copertina, forse la grande delusione inizia lì: c'era una cartuccia e l'hanno sparata prima che tutto cominciasse. La felicità è una cosa bella, difficile da raggiungere ed ancora più difficile da descrivere perché solo i grandi artisti lo sanno fare. Se poi è talmente diffusa che può farti dire che è addirittura una felicità trascurabile, come lettore ti illudi che troverai talmente tanti elementi di felicità che inevitabilmente sfoceranno in un'apoteosi di felicità incommensurabile. Quello che ogni essere umano potrebbe desiderare. Io, purtroppo, non sono riuscito a trovare nemmeno un briciolo di trascurabile felicità, intesa in questa accezione, ma nemmeno intesa nell'accezione del "c'è, ma non la provi".
Il titolo che più mi parrebbe appropriato potrebbe essere "Momenti di ordinaria ordinarietà", quella che potrebbe essere la vita di chi, la statistica, definirebbe l'italiano medio. Vita che naturalmente ha una sua dignità e magari si avvicina in modo realistico e stringente alla vita del lettore che è, nella stragrande maggioranza dei casi, un italiano medio. Ma accidenti, se l'italiano medio ha una vita ordinaria forse quando legge gradirebbe trovare una vita felice, o almeno apparentemente felice. Ma nel libro non c'è apparenza, non c'è guizzo, non c'è ironia, insomma non c'è il libro che mi sarei aspettato.