Autore: Jonathan Lethem
Giudizio: ****
Lettura casuale, apparentemente semplificata dal fatto che si tratta di una raccolta di articoli e brevi saggi scritti dall'autore. Con l'aggiunta che in premessa l'autore stesso ti "autorizza" a
scegliere cosa leggere, decidere cosa tralasciare e dichiara che non vi è ordine precostituito per procedere alla lettura. Una possibile modalità di scansione "fai da te" che si presta
all'approccio "leggero", nonostante il tomo sia tutt'altro che leggero. Insomma un libro che può essere sbocconcellato come uno snack, per non diventare tutto ciccia e brufoli!
Eppure lo scopo dichiarato di questa raccolta ha obiettivi chiari e alti già in premessa: a cosa serve scrivere?, cosa è le letteratura?, come si deve scrivere?, cosa si deve scrivere?, perché
leggere?, ecc. Insomma tutt'altro che uno "snack" da spiaggia!
Le risposte dell'autore sono di circostanza perché inserite nei singoli contesti e quindi lascia ampio spazio al lettore per farsi una propria idea. L'approccio fideistico / dogmatico
apparentemente evitato, a meno che il lettore non abbia già risposte fideistico / dogmatiche già preconfezionate ed allora leggere questo libro sarebbe semplicemente inutile. Almeno per gli scopi
sopracitati.
Resta comunque assai divertente soprattutto in alcuni pezzi (la vita di e con James Brown, come spostarsi in autostop laddove non puoi fare l'autostop, essere figlio di una famiglia alternativa
tra la fine dei '60 e l'inizio dei '70, fare il commesso di libreria per avere l'opportunità di stare vicino a quella tipologia di oggetto che vorresti realizzare in proprio: i libri). Insomma
Lethem scrive di musica, di cinema, di letteratura e della sua vita (fisica ed intellettuale). Tutto vero, nulla di finto.
Se posso estrapolare da questo calderone una scheggia che mi ha colpito sceglierei il concetto per cui non possiamo non essere influenzati da chi ci ha preceduto. Una sorta di "nulla si crea e
nulla si distrugge, tutto si trasforma". Dai greci ai giorni nostri i temi della letteratura sono reiterati, ripetuti, reinterpretati e quindi non ha troppo senso cercare l'originalità, saremo
necessariamente influenzati. Tutto può essere ricondotto all'estasi dell'influenza.
Una lettura fortunata che mi è piaciuta. Chi mi conosce sa che non sono riuscito a sbocconcellare, ma ho letto il tutto come se fosse un romanzo. Del resto questa è la mia cifra stilistica di
lettore anche quando non ho una trama da seguire.