Autore: Emmanuel Carrère
Giudizio: ****
Non fidarti nemmeno della tua ombra, potrebbe esserti avversaria per tutta la vita. Nulla di realistico sta riposto in una frase come questa se non fosse che la realtà spesso supera la nostra
immaginazione quando la nostra ombra diventa quella di un altro che in realtà altro non è.
Figlio rispettoso, marito irreprensibile, amico fidato, padre amorevole, scienziato brillante. È tanto, è troppo, è falso. Nessuno ha capito, nessuno ha dubitato, nessuno ora non può sapere.
Carrère si inoltra in un'avventura letteraria che fatica a controllare, che fatica a maneggiare perché ha tutte le risposte razionali e pure tutte quelle irrazionali. Non c'è margine di
invenzione, non c'è possibilità di ricorrere allo stratagemma. Di quel senso di umano, che potrebbe attraversare la vita di ogni essere umano, c'è la menzogna, c'è la paura, c'è la redenzione.
La grande bugia che avvolge l'intera vita di un uomo, in fondo pauroso, è tanto inverosimile che l'esito non può esserne da meno. La resa finale è la devastazione. L'uomo che fa della menzogna il
suo rifugio esplode nell'abominevole conclusione che quel rifugio è limitato ed insostituibile. Carrère lo affronta con timore, con pudore ed anche con vergogna. Capisce che dentro questa vicenda
vengono meno tutti i punti di riferimento necessari per orientarsi ed al tempo stesso capisce che non possono essere ricercati perché tutto è inspiegabile. Quindi rinuncia a spiegare, rinuncia ad
indagare, ma decide di raccontare la sua esigenza di raccontare quello che non avrebbe mai pensato di dover raccontare.