Americana

AutoreDon DeLillo

Giudizio: ****

Per dare una etichetta a questo romanzo direi che racconta del "tutto è possibile anche se perfettamente inutile".

Un giovane e brillante dirigente ed autore televisivo, con alle spalle un matrimonio "casuale" concluso in letizia con reciproca soddisfazione, vive placidamente in una realtà lavorativa stantia eppure potenzialmente pericolosa (dietro l'uscio chiuso di un collega può stare un rapporto extraconiugale, come una imminente epurazione dallo staff). L'ambiente richiede di far parte di un gruppo di lavoro attivo e dinamico con il quale si condivide la "visione del mondo" da rappresentare e da frequentare. Si deve animare questo gruppo con brillanti deduzioni su chi possa essere colui che lascia sulle scrivanie dei colleghi "presagi" contenuti in citazioni famose. In questo la segretaria è fondamentale per avere notizie di corridoio sull'ultimo arrivato, sul prossimo che verrà silurato, nonché alimentare un senso di squadra che non può mancare della pulsione sessuale nonostante lei non sia proprio una bellezza e sia già amante del capo. La routine della ricerca dell'amante, e delle valutazioni di un giudizio morale altrui qualora scoperti, si stempera tra le braccia di un'amante insospettabile per il suo ruolo di amante tra le amanti...

In questo contesto il protagonista matura l'esigenza di avviare un percorso personale che parte da ricordi giovanili e familiari nella ricerca di un passato non lontanissimo che possa essere scintilla per creare qualcosa di innovativo. L'occasione viene dalla decisione dell'emittente televisiva di realizzare un documentario sui Navajo. Questo conduce il protagonista a realizzare il sogno di gioventù imbracciando una telecamera modificata con annesso impianto per registrazione sincrona del sonoro. Tutto è possibile. Il viaggio non giungerà alla riserva indiana ed è una raccolta di incontri che vengono utilizzati per realizzare il sogno o per superare la perfetta inutilità di ciò che è stato fatto fino a quel momento. Forse..., perché alla fin fine l'inutilità di un autografo concesso da sconosciuto riconosciuto come conosciuto non si nega a nessuno...