Una cosa divertente che non farò mai più

AutoreDavid Foster Wallace

Giudizio: ****

Una cosa "divertente", che non ricordo mi sia mai capitata, è trovarmi a leggere la nota alla nota del testo. Sarà colpa della crociera extra lusso, ovvero delle incontrollabili parentesi che si devono aprire quando vuoi rappresentare la varia umanità che rinasce da sé stessa durante la settimana scelta per solcare i mari dei Caraibi e intrattenuta da uomini e donne straniere alla nazione ed a quel lusso da cui i ricchi americani traggono piacere, se non per il fatto che sono loro, gli stranieri, a garantire quel lusso. Certo mi sarei atteso una digressione, filologicamente coerente, sul significato profondo della serie TV "Love boat", ma questo divertimento non mi sarà concesso.
Eppure, nonostante questa mancanza, è divertente: cosa c'è di più divertente se non raccontare le vacanze di massa per un paese che produce ricchi anziani che scelgono di trascorrere sette giorni "rinchiusi" in una lussuosissima e grandissima magione ambulante che solca i mari e che, nonostante questa dimensioni ciclopiche, riesce a riservare innumerevoli opzioni anche ad un semi agorafobico?
Tutto è perfetto, la frutta sempre fresca in cabina, la camera sempre rassettata appena ti allontani da essa per più di 30 minuti e senza, peraltro, vedere mai l'inserviente entrare o uscire dalla stessa (una magia che solo Babbo Natale riesce a riprodurre su scala occidental-mondiale), vedersi cambiare il telo mare appena lasciato lo sdraio e poterne ottenere un altro di una morbidezza quasi indescrivibile, un water dotato di sistema di scarico ad alto tiraggio, poter sfidare e sconfiggere con regolarità l'addetto (maestro?) al Ping-Pong ed essere inesorabilmente sconfitto in una sfida agli scacchi da una bimba di 10 anni. Sul mare il solco resta tracciato.