Autore: Jonathan Lethem
Giudizio: ***
Ho conosciuto la sindrome di Tourette leggendo questa libro e pure la gang di disadattati educati al crimine a loro insaputa. O meglio, loro lo sanno, ma è bene che non lo sappiano perché se non
sai non puoi parlare. Fine dei giochi.
Tutto il resto è, più o meno, comune se affronti una storia dei bassifondi newyorkesi: il gangster italoamericano, gli orfani, le organizzazioni "legali" giapponesi, le organizzazioni mafiose,
gli inseguimenti automobilistici, gli appostamenti in auto, la figlia di hippy un po' spaesata, l'esile ragazza ingenua. Ma c'è anche lo zen come strada per l'illuminazione, ma questo è uno zen
corrotto e sfruttato come paravento da un gangster doppiogiochista e da un taciturno personaggio affetto da gigantismo. Raccontato così potrebbe apparire la vicenda di un circo (segnatevi Barnum)
popolato da Freacks liberi di esibirsi al di fuori del tendone. Non lo è.
La sindrome di Tourette fa la differenza, in ogni momento. Testadipazzo non è pazzo, anche se tutti lo credono. Ci sono momenti esilaranti, momenti concitati, momenti perfino toccanti. Il tutto
però ovattato e scompensato dalla sindrome di Tourette che esce, sempre, anche quando tutto sembra perso, anche quando tutto è perso. Le parole corrono veloci.