Autore: Stefano Scrima
Giudizio: ***
I filosofi, anche i grandissimi filosofi, sono esseri umani. Aspettate, trattenete la pernacchia, se potete. Vi darò altro materiale che fornirà ulteriore vigore al rumore che potrete produrre.
Tutti gli uomini (e donne) sono filosofi, Socrate è un uomo, Socrate è un filosofo.
Bella forza! Tutti insieme, al mio tre, una sonora pernacchia!
Avete ragione, l'ho un po' "tirata per i capelli", ma... ma tutti gli esseri umani hanno la facoltà di pensiero e questo non è un assunto secondario. Eppure la maggior parte degli esseri umani
non ha consapevolezza che il loro pensare è indotto dal dibattito filosofico ed ha ricadute producendo "speculazioni filosofiche".
Affrontiamo quotidianamente più o meno grandi questioni, le elaboriamo, le sviluppiamo, le facciamo nostre. Ci facciamo domande e cerchiamo di dare risposte esercitando la nostra libertà di
pensiero e di espressione (oggi abbiamo un potentissimo megafono nei social media e se mi state leggendo capite cosa intendo). Eppure non ce ne rendiamo realmente conto. Forse perché non
riusciamo a collocarci nel "luogo comune" che crediamo deputato ai filosofi. Perché i filosofi sono seduti in un salotto (spesso televisivo), discutono amabilmente, oppure animatamente di
filosofia, utilizzando termini e concetti che sono astrusi e fuori dalla nostra capacità di comprensione. A noi non accade mai.
Siamo "accerchiati" dalla vita quotidiana e da tutto ciò che questo comporta. Non produciamo filosofia, produciamo sopravvivenza. Pensiamo sia moralmente inaccettabile discriminare esseri umani
per colore della pelle, genere, credo quando ci consegnano un volantino xenofobo? Pensiamo che quella tal pubblicità sia stupida? Pensiamo che dovremmo affrontare in modo più risoluto e
coraggioso le questioni nell'ambito del lavoro? Ci sentiamo infelici perché vediamo intorno a noi tanta infelicità? Ci poniamo domande e cerchiamo risposte. Per semplificare potrei usare una
locuzione abusata dicendo che tutti abbiamo una filosofia di vita. Attenzione, è un luogo comune che ne trascina tanti altri e che, di fatto, ci impediscono di filosofare. Ma il concetto così
semplice ed estremo dovrebbe aprici gli occhi sul fatto che il nostro pensare ha una valenza politica, economica, sociale ed, in ultima analisi, anche filosofica.
Con questo libro, gradevole e leggero, l'autore si pone l'obiettivo, tutt'altro che banale, di dotarci di qualche elemento di riflessione filosofica senza rinchiudersi in un linguaggio
comprensibile solo agli addetti ai lavori. Si parla di filosofia parlando della vita, quella che affrontiamo quotidianamente: amore, bicicletta, felicità, lavoro, leggere, libertà, pigrizia,
scrivere, stupidità, verità, birra, coca cola ed altro ancora. L'autore lo fa in modo lieve anche citando i grandissimi filosofi eppure calandoli in contesti comprensibili che possono fungere da
primario stimolo all'approfondimento. Per farlo dovremo diventare un po' meno pigri e cercare i libri che fino ad oggi non abbiamo cercato.
È possibile leggere qui la prefazione de "Il filosofo pigro" >> https://www.rickdeckard.net/2017/10/05/il-filosofo-pigro/