Autore: George Orwell
Giudizio: ****
Vale più di 100 libri neri sulle rivoluzioni, le quali sono oggetti ideali ed alla prova dei fatti tradiscono le aspirazioni enunciate. Le rivoluzioni sono sospinte verso direzioni che negano gli
assunti originali, ovvero ne modificano i contenuti grazie al fatto che la memoria animale (umana) è labile e che è sempre possibile ricostruire un significato diverso con l'abile aggiunta od
omissione di un concetto, di una parola. Per questo ci sono i tutori dell'ordine costituito dalla rivoluzione, coloro che trovano giustificazione al tradimento spiegando che tradimento non
è.
Orwell, ne La fattoria degli animali, fa satira sul regime sovietico proprio mentre questo si oppone al regime nazista e quindi si colloca dal lato dei vincitori. Lo fa identificando i tre maiali
che conducono gli animali alla conquista del potere. L'autore fa riferimento alle tre figure storiche che hanno caratterizzato la rivoluzione russa ed il regime sovietico: Lenin (l'ideologo morto
troppo presto per essere corrotto dagli avvenimenti), Stalin (colui che gestisce il potere assoluto come un monarca incontrastato e servito da fidi scudieri), Trotskj (che indomito resta
rivoluzionario e per questo emarginato ed incolpato ingiustamente di responsabilità non sue anche da postumo). In realtà è la fine della rivoluzione ed Orwell la tratteggia per quello che fu: una
monarchia feudale oppressiva che non dà speranza al popolo sostituita da una oligarchia burocratica oppressiva che apparentemente asseconda le scelte del popolo. Tutto questo avviene perché le
rivoluzioni sono fatte da animali (uomini) e non da ideali ed il popolo è bue (umano).