Racconti di Padre Brown

AutoreGilbert Keith Chesterton

Giudizio: ****

L'arrivo dell'inatteso è sempre il finale convincente, è il finale esatto che esclude tutte le altre possibili soluzioni. Al di là delle impressioni o dei ragionamenti sull'impossibilità che quanto si vede, e non vede, possa essere. E non è un colpo di scena, ma il palesarsi della natura umana.
Il prete, attento e meticoloso nel cogliere tutti gli indizi, riesce anche a leggere l'animo umano in quanto essere umano: è questo che fa la differenza. Che sia furto od omicidio l'artefice che ha ordito il delitto è un uomo ed in quanto tale può essere compreso solo da un altro uomo.
Il movente viene prima di ogni altra cosa ed interpretare il perché di un accadimento viene prima del come quella cosa è accaduta, per quanto incredibile essa possa apparire. Una ragione terrena oltrepassa le mere valutazioni sulle apparenze che porterebbero all'ultraterreno. C'è sempre quel tanto di maligno che basta e che risiede in ogni essere umano. Il bene ed il male sono cosa umana e non divina.
L'inganno è nell'umano, la cui natura è debole ed egoista, incantatrice e bugiarda. La soluzione sta nel contemplare questa natura per comprendere le motivazioni del delitto. La ricostruzione degli indizi ricomporranno alla fine il mosaico del come l'apparentemente impossibile sia potuto accadere. Eppure questo resterà secondario, sarà l'esercizio di stile che condurrà a sintesi la natura umana. In fondo anche un malfattore può essere redento e divenire utile alla lotta del bene contro il male, come un omicidio può emergere anche in assenza del cadavere: tutto molto umano.

Nota a margine: a 11/12 anni lessi alcuni racconti di padre Brown. Nella scheda di lettura, preparata per la professoressa di lettere, certamente indicai come genere "giallo/poliziesco". Ad oltre 9 lustri di distanza capisco che avrei potuto indicare in modo più preciso il genere "introspezione psicologica" che mai utilizzai per catalogare le mie letture alle scuole medie.