Socrate su Facebook. Istruzioni filosofiche per non rimanere intrappolati nella rete

AutoreStefano Scrima

Giudizio: ***

È colpa nostra, oppure è colpa di Facebook? Ma poi qual è l'accusa precisa? Il mondo oggi è diverso, ma è anche migliore? Sì e no. Sì o no?

I social media hanno ampliato la quantità e la velocità di diffusione di
  • informazione (domani si sposa mia cugina),
  • cattiva informazione (hanno rimandato il matrimonio),
  • pettegolezzo (hanno rimandato il matrimonio perché lei lo ha visto con un'altra, ora si devono chiarire), ecc.
fino a che non subentra il "cuggino", che è l'archetipo della conoscenza da tempi immemori a Facebook, e si esibisce nello "spiegone": l'onore della famiglia è salvo. Questa forza dirompente nelle piazze reali e "chiuse" non esisteva, rimaneva circoscritta, ma la piazza digitale ed "aperta" tutto può.

E Socrate cosa c'entra? È il "cuggino" più grande che troppo spesso ignoriamo o dimentichiamo di avere come parente, seppure alla lontana. Lui "sapeva di non sapere", mentre per noi, che siamo ignoranti e stupidi, questa è cosa sconosciuta (tra le infinite altre). Su Facebook scriviamo quindi interminabili e volitivi contributi su tutto e su tutti a prescindere dalla nostra (in)capacità di discernimento sull'argomento trattato. Così è la vita, su Facebook, perché nella vita reale non ci impegneremmo mai a spiegare come smontare uno spinterogeno per ... ma cosa si fa con uno spinterogeno quando lo hai smontato? Che poi non so nemmeno come si apre il cofano della mia auto...
Una cosa è certa: se l'ignoranza e la stupidità sono colpe nostre, tutto il resto è colpa degli altri (maestra ha cominciato lui!). Noi "abbocchiamo" all'altrui esca.

L'autore racconta in modo scherzerio* le dinamiche che ci avvolgono quando frequentiamo Facebook. L'irrefrenabile voglia di contribuire perché "siamo liberi di farlo", l'inevitabile esternazione su argomenti che non conosciamo, la brama per il "mi piace" ricevuto, il dolce profumo del mostrare la nostra "arguzia", la nostra "sapienza" anche se i nostri lettori saranno sempre solo 25. Lo stesso numero di lettori di quel tale, dai... Giuseppe Manzoni! Ce lo avevo sulla punta dei polpastrelli! Il famosissimo scrittore dei due mondi e dei due rami del lago di Como in sul calar del sole! Sarà mica stato bipolare?
Quei 25 lettori sono i nostri parenti ed amici, alcuni solo presunti amici dall'algoritmo di Facebook: lo "pensa" perché ci siamo scambiati "commenti" o "mi piace" in modo compulsivo. È l'intelligenza artificiale, baby, devo scrivere qualcosa in proposito, l'argomento "acchiappa". Ed a proposito ognuno di noi può difendere anche gli altri iniziando a difendere noi da noi stessi.

Come in ogni manuale di "sopravvivenza" l'autore ci propone un illuminante decalogo. Infatti pare che se non fosse un decalogo i lettori non lo comprenderebbero come consiglio articolato volto a darci sollievo, suggerimenti ed aiuto: l'ho letto su Facebook... o me lo ha detto mio "cuggino"? Sono consigli semplici, chi li leggerà potrebbe pensare a pratiche di buon senso, se non fosse che, quando ci troviamo su Facebook, anche il morigerato buon senso sfugge da noi. Io so che Socrate non userebbe Facebook, che diamine!, non ha scritto una sola parola in vita sua!
Infine non vi sarà indifferente che ho scritto di istruzioni filosofiche per non restare intrappolati da Facebook anche su Facebook. Sono stupido ed ignorante, come tutti voi (cit.), e questo dimostra quanto ci serva avere riferimenti che non hanno conosciuto Facebook per non restarne intrappolati.

*Ehi, non cercatela sul vocabolario online e non assumete che sia un errore sfuggito al correttore ortografico, che nel mio caso fa un ottimo lavoro, perché si tratta semplicemente di un'invenzione del momento: scherzoso + serio. Ognuno mostra la stupidità che si può permettere. Ora tutti fuori per un'apericena!