Il detective selvaggio

Autore: Jonathan Lethem

Giudizio: ***

Sulla trama aleggia l'elezione di Trump e lo fa come se fosse l'apocalisse per l'impatto che ha sull'"enclave" newyorkese che caratterizza una tipologia di americano assai diversa dall'americano del far west montano ("enclave" California, ma quella di montagna e non quella dei Beach Boys). In mezzo a questi poli opposti c'è uno scorcio di vita di una giovane donna turbata dagli eventi, ma forse nemmeno troppo (se sei sopravvissuta a New York con fidanzati noiosi tutto ti è possibile). Su questi capisaldi si incasellano la scomparsa di una studentessa universitaria che, forse, cerca di seguire le tracce di Leonard Cohen, la giovane donna newyorkese di cui sopra che è amica della ragazza scomparsa e della madre della stessa, ma al contempo figlia di due "strizza cervelli" che hanno lasciato su di lei le loro tracce attive e passive, chiacchierona oltre il limite della "decenza", ottimista, sconsiderata, innamorata (di sé?, di lui?, della sua possibile carriera?, del suo essere newyorkese prima che americana?) ed il taciturno detective privato al quale vengono assegnate le indagini perché la polizia non ha risorse da impiegare nella ricerca della scomparsa.

Sulla montagna si susseguono vicende pericolose ed inaudite tra stranezze, pace, amore, libertà, comuni hippie, rider di Harley Davidson sbandati, reduci da una delle tante guerre che gli Stati Uniti organizzano in giro per il mondo, bambini in balia del mondo che si costruiscono un loro mondo. Esistono protocolli sulla montagna che una newyorkese non riesce nemmeno ad immaginare. Ne resta contagiata, ma, forse, solo per il tempo necessario per scrivere un servizio, o, forse, per tutta la vita perché ha trovato un mondo ed un amore diverso da quanto provato fino ad allora, o, forse, è solo un originale nuovo capitolo anche se, forse, non ha poi amiche a cui raccontarlo.