Il decoro

Autore: David Leavitt

Giudizio: ****

Alta borghesia americana, anno 2016, Trump presidente degli Stati Uniti d'America, cosa può succedere dalla combinazione di questi elementi? Che alla "stella polare" della compagnia di amici salti in mente di proporre alla compagnia stessa un argomento di discussione: "chi chiederebbe a Siri come uccidere Donald Trump?". Ovviamente nessuno..., anche se..., forse sì..., sicuramente sì..., però..., ma non per paura, semplicemente non lo chiederei.

Inizia in questo modo surreale il racconto di alcuni mesi della vita di un gruppo di amici tra New York, Connecticut e Venezia. Nessuno di loro si rifugia sulle montagne, per combattere il trumpscismo, tutti proseguono le loro vite più o meno astiose, più o meno risentite, più o meno alte, più o meno brillanti rispetto alla tragedia dell'elezione di Trump. La protagonista, Eva, donna brillante, sofisticata, catalizzatrice della compagnia di amici e loro "stella polare" (come mai parliamo di Eva anche quando non c'è?) è sconvolta, non ammette l'ennesimo errore dopo Bush vs Gore del sistema dei grandi elettori che eleggono colui che ha ottenuto meno voti popolari. La sua è un'ossessione, alla quale trova una via di uscita, forse. Con tutti gli inciampi del caso primo tra tutti quello di convincere l'arredatore ad intervenire per vedere, incidentalmente, pubblicato l'appartamento ristrutturato su una rivista specializzata.

Intorno a questo vortice gravita tutto il resto, o meglio tutti i resti dei personaggi della compagnia, ognuno con le proprie miserie. A partire dall'amica fedele di Eva, Min (ho scoperto l'accezione americana del termine minion che ha invaso l'immaginario collettivo con la fortunata serie di film animati di cui "Cattivissimo Me" è il precursore), il marito Bruce, fedelissimo, sempre accondiscendente, guidato da Eva con mano ferma e decisa, per scelta e non per oppressione prodotta dalla moglie, al quale gli eventi di questi mesi riserveranno il dovere di essere custode di ben tre segreti indicibili alla moglie. Il terzo segreto, passeggiare con il vicino di casa, repubblicano convinto, quando porta i cani a fare i bisogni, verrà scoperto da Eva che, per questo, si sentirà profondamente tradita. Poi Jake, l'arredatore, ma solo di interni, socio di Pablo con il quale sembra formare una perfetta coppia gay, ma Pablo è un impenitente eterosessuale che prima rassicura, poi blandisce ed infine conquista le signore che a lui si rivolgono, prima di cambiare alveare. Senza dimenticare Rachel ed Aaron, coppia liberal "estrema", entrambi lavorano nell'editoria: Aaron è quello che dice di voler fare la fatidica domanda a Siri, ma non l'avrebbe mai fatta, Rachel crede che Aaron la tradisce con Sandra, divorziata da un colombiano, che vive nella casa in Connecticut, vicina a quella di Bruce ed Eva, di suo cugino Grady altro amico del gruppo che, se proprio fosse costretto a fuggire dal trumpscismo, su rifugerebbe in Uruguay perché è un regime progressista dove hanno liberalizzato la marjuana.

Questo romanzo è "una grande bolla" nella quale vivono persone che discutono animatamente della realtà che le circonda senza conoscerne appieno le fattezze. Diventa ironia o barzelletta il berbenismo di Eva che gradisce non sentir parlare di particolari raccapriccianti da parte di un "amico" cuoco gay, oppure del suo (di lei) curioso approccio alla procedura di voto, oppure la lucida valutazione del marito Bruce che dice che sei veramente ricco quando non sai quanti soldi possiedi perché la ricchezza non è il possesso, ma ottenere ciò che si vuole, un paradigma assai diverso da quello di zio Paperon de Paperoni, oppure il cuoco nero che racconta di come sia preoccupato quando lo ferma la polizia e non per avere qualcosa di illecito da nascondere, ma per quella cosa più visibile che lui possegga, il colore della pelle.

A tratti esilarante, a volte solo sarcastico e crudele, però con questo libro l'autore mette alla gogna il trumpscismo utilizzando il personaggio più improbabile, quella che "può permettersi la fuga", quella che trarrà beneficio dalle politiche di Trump, quella che in nome di un'idea liberal non si rende conto di cosa sia in realtà la società che la circonda potendosi permettere una domestica ed un cuoco in ogni casa di proprietà. È un'evoluzione del "se il popolo non ha il pane, date loro le brioches" perché qui è il decoro e non la sostanza che fa la storia. È la ricca borghesia, non la povera aristocrazia.