Il silenzio

Autore: Don DeLillo

Giudizio: ***

Ogni progresso, ogni passaggio di stato, porta con sé un cambiamento che non sempre riusciamo a comprendere, ad apprezzare o disprezzare. Guadagniamo qualcosa a costo della perdita di qualcos'altro e non sappiamo fare il bilancio delle novità che tutto ciò comporta per le nostre vite. O meglio prendiamo atto della contingenza in attesa di un imminente e certo futuro cambiamento, seppur fumoso. Le nostre esistenze sono più calibrate su certezze di quanto siano pervase dalla consapevolezza di ipotesi di cambiamenti. Quanto è stato raggiunto per noi è cristallizzato ed apparentemente privo di interesse pratico, a meno che non venga meno. Può quindi accadere che una serata conviviale organizzata tra amici per vedere insieme il Super Bowl venga rovinata dal silenzio esteriore e dal silenzio interiore.
Il silenzio esteriore è quello causato dal black-out incontrollato ed incontrollabile che provoca lo spegnimento di uno?, dieci?, cento?, mille?, milioni? di antiquati apparecchi televisivi, di vetusti telefoni fissi, di moderni sistemi di controllo aereo per garantire voli ed atterraggi in sicurezza, degli ordinari ascensori, delle imprescindibili luci domestiche, fino ai modernissimi smartphone che non riescono più a stabilire le connessioni con l'internet. Senza internet non sappiamo cosa sta accadendo di preciso, anche se sta accadendo a noi. Il "grande rumore" della modernità è sopraffatto da un fusibile saltato o dalla terza guerra mondiale? Si risolverà questo inconveniente e tutto tornerà come prima (la partita si starà comunque giocando?), oppure nulla sarà più come prima e la storia retrocederà alla barbarie di uno, dieci, cento, mille stati umani precedenti?
Il silenzio interiore si caratterizza contemporaneamente su un piano diverso e fa i conti con il grande rumore che esiste dentro ognuno di noi. A partire dall'inadeguatezza di quelle amicizie che, forse, non sono poi così profonde, nonostante l'evento del Super Bowl sia una delle cose più profonde che la moderna civiltà possa rappresentare al pari dei campionati del mondo di calcio che, di per sé, resta sport incomprensibile, quasi tribale. Il rumore interno viene azzerato dall'impossibilità di tollerarlo perché percepito come devianza assoluta, da silenziare qualunque essa sia: sistematizzare ricordi su taccuini, voler vedere una partita di football americano spiluccando tramezzini, avere fantasie storico-scientifiche, voler ascoltare l'ex studente, dopo che lui ha ascoltato te per anni, e non voler sentire quello che invece sentiresti se non ci fosse il silenzio.
Quello che si sente dentro, quando fuori c'è il silenzio, può lasciare senza fiato e costringere a muoversi a tentoni nell'oscurità a cui siamo giunti senza sapere, senza immaginare: non era possibile e se non era possibile, forse, non è.