V.

Autore: Thomas Pynchon

Giudizio: ***

Io non so cosa si possa indicare con un titolo così enigmatico e talmente sintetico da essere tanto vago che più vago non si può. V. può essere al tempo stesso tutto (la vita) e niente (il vuoto). Può essere un luogo mitico o una persona cercati e trovati e persi, nel corso di un lungo viaggio, nello spazio e nel tempo, organizzato proprio per la loro ricerca. V. può essere il viaggio stesso. V. può essere talmente vago da impegnare un figlio a cercare un padre che forse cercava la madre per un figlio. V. è una girandola (in)credibile di vicende intrecciate con marinai avvezzi ai fatti della vita, con donne innamorate e respinte eppure sempre innamorate, con uomini a caccia di alligatori albini nelle fogne della città, con spie intente a scoprire per non scoprire, con esploratori che narrano di visite di luoghi mitici, con preti che insegnano il Vangelo ai topi che sapranno salvarsi, con ingegneri che vogliono misurare e rilevare, ma che si trovano nel bel mezzo di una rivoluzione di neri africani contro bianchi tedeschi, con rivoluzionari venezuelani imprigionati a Firenze, con un'isola che è madre, con donne misteriose che appaiono a Firenze e scompaiono per ricomparire a La Valletta e che cambiano la storia, mutano il finale, che forse era già scritto, ma che potrebbe essere piacevole pensare mutato all'ultimo da un complotto, l'ulteriore complotto per nascondere V.

V. è trama e ordito, è letto del fiume ed acqua, è esperienza ed ingenuità. V. è la vita come la conosciamo narrata nei libri, dura, speciale, suggestiva, terribile, felice, sublime, avventurosa, speciale, fantastica, inventata, triste, sgomenta, sacra, sprecata, abbandonata, profana. V. esiste, ma dobbiamo cercarla e solo quando la riconosceremo sapremo cosa è V., ovunque essa sia.

Lettura per me difficile, se ne sconsiglia un approccio leggero, meglio armarsi di tutte le vocali e consonanti a disposizione perché ogni parola potrebbe nascondere V.