Auto da fé

Autore: Elias Canetti

 

Giudizio: ***

 

La realtà può essere comica, grottesca, crudele, meschina e in nessun caso può essere interpretata da un essere solo ed incapace di vederla per quello che è e non per quello che vorrebbe fosse.

 

Kien, sinologo di fama internazionale, vive in un appartamento nel quale custodisce migliaia di testi preziosissimi che ha letto e studiato. Li padroneggia e li ama come null'altro al mondo, sono la sua vita e la sua fede. Non crede nell'umanità, a partire dai colleghi professori, e diffida del mondo non curandosi delle necessità della vita. Quando esce dal suo mondo, i libri, trova il mondo reale nel quale è sperso, fuori luogo, goffo, grottesco. È cosciente della sua grande statura intellettuale che ostenta e non riesce a conciliarsi con la vita reale che per lui è solo leggere e studiare, null'altro. Lui è destinato a questo e non sa e non vuole occuparsi delle miserie umane come cucinare e tenere casa in ordine.

Per queste inutili piccolezze c'è Therese, la governante. I due sono quanto di più lontano si possa immaginare: se l'uno cita Confucio, l'altra parla dei prezzi al mercato e delle sue innate virtù domestiche e morali. Nonostante questa lontananza i due si sposano: l'uno per essere sgravato definitivamente da tutto ciò che non è la lettura, l'altra per un malinteso miglioramento della condizione sociale. Un matrimonio grottesco che trova ragione nella comunione di intenti che rafforzano l'esclusione del mondo al quale appartiene il congiunto.

Le loro vite si attorcigliano in un crescendo di tensione tra i due ai quali si affiancano altri grotteschi personaggi come il portiere, ex poliziotto in pensione, figure dei bassifondi di Vienna che Kien frequenta una volta cacciato da casa ed infine il fratello di Kien che potrebbe portare equilibrio, ma vi riesce solo in modo apparente separando ciò che era stato unito in modo forzoso e maldestro. Il finale sarà sfavillante, luminoso, caldo, inevitabile.

 

Per me una lettura ostica, colma di situazioni surreali alle quali puoi dare credito solo se volti pagina scoprendo che quanto raccontato nella pagina precedente è necessario preambolo di una situazione ancora più grottesca. Viene rappresentata la fotografia di una società colma di individualità che interpretano il vicino come un antagonista e scelgono, e cambiano, le alleanze in funzione di un beneficio personale immediato. Su tutto aleggia la superbia dei personaggi ognuno dei quali mette sé stesso su un piedistallo: Kien il più grande sinologo mondiale, Therese la cui statura morale è inarrivabile, l'irreprensibile Pfaff, ora portiere, ma ex poliziotto integerrimo, Fischerle il più grande scacchista del mondo temuto dal campione mondiale Capablanca, lo stesso fratello di Kien preso dalla sua missione di psichiatra che ottiene riconoscimenti ed apprezzamenti da colleghi e pazienti. Tutti capaci di vedere solo in sé stessi una reale consistenza e contribuendo a creare un insieme di egoismi ed opportunismi collettivi.