Filosofia da divano

Autore: Stefano Scrima

 

Giudizio: ***

 

Se state leggendo queste righe comodamente adagiati sul divano siete predisposti alla ribellione che, se non vi salverà la vita, potrebbe almeno salvarvi l'anima.

 

Si pensa al divano come al luogo di perdizione utile solo a far perdere tempo invece di produrre, correre, consumare. Detto altrimenti non solo un oggetto inutile, ma pure dannoso. Il divano è per il capitalismo quello che la kryptonite è per superman.

È giunto il momento di mettere a frutto l'impatto storico e culturale che ha il divano, cioè curare i semi sparsi perché possa esserci un ampio raccolto. Il divano è il luogo dove possiamo decidere di fare ciò che ci procura piacere, qualsiasi cosa essa sia, senza dover rendere conto a nessuno: accocolarsi con il proprio amore, leggere un libro o un fumetto, rivedere per la centesima volta un film di cui conosciamo i dialoghi a menadito e che però ogni volta accende un'appassionata e piacevole visione, ascoltare la musica preferita. Oppure dormire (sulla pennichella post prandiale ci sarebbe tanto da dire) ed in generale riposare, cosa massimamente inopportuna, azione della quale dovremmo solo vergognarci perché non porta a nulla. Avere cura del proprio piacere, qualunque esso sia, poter impiegare il proprio tempo libero dando respiro a noi, è tutt'altro che il nulla, è il tutto. Ma questo tutto non è nell'agenda di una società capitalista orientata al mero profitto. Oziare fa guadagnare chi ozia e non fa salire il pil.

 

Se avete un divano, una predisposizione a volervi bene, un'innata indole ribelle, una travolgente passione per assecondare i vostri piaceri, prendetevi qualche ora di tempo per leggere questo libro che attraversando storia e suggestioni di un oggetto di arredamento parla alle nostre anime.