Avere tutto

Autore: Marco Missiroli

 

Giudizio: ***

 

Avere tutto è racchiuso nella risposta alla domanda/gioco "cosa faresti con un milione di euro e quarant'anni in meno?". Risposta che muta, si evolve, si precisa fino allo spegnimento. Forse perché nulla sarebbe più memorabile di quanto già sia stato o forse perché nulla sarebbe comunque memorabile.

 

Sandro, figlio di Nando, scende da Milano e torna a Rimini dal padre rimasto vedovo. L'occasione è il compleanno di Nando. Tra loro il rapporto è brusco, spartano, ma vitale. Le due solitudini, poste l'una di fronte all'altra, trovano un arcigno antagonista vivificante. Gli amici del vecchio lo trovano cambiato, gli amici del giovane, ed il padre, temono che Sandro non sia cambiato.

Nando, nelle notti estive, ha ripreso ad andare a ballare con la sua vecchia automobile al circolo del dopo lavoro ferroviario. È stato un ballerino memorabile, seppur trascinato dalla moglie, ed ora ritorna con il pensiero all'inciampo della sua vita nel gesto da lui inventato. Sandro, per l'inciampo della sua vita, ha perso tutto, amore e denaro. Pure il lavoro a Milano non va bene e Rimini pare una via di fuga, oppure il luogo della ricaduta.

Nelle rispettive spigolosità caratteriali i due si sostengono. Il ricordo della moglie e madre li unisce e li sconforta per ciò che è stato e per ciò che non è potuto essere: il ballo perfetto macchiato dall'inciampo del marito ed il vizio per il gioco che ha preso il figlio. Eppure il puntello che li sostiene è proseguire per vincere l'errore. Avere tutto è il modo di ritrovarsi, anche nei ricordi, per tutto il tempo che rimane.