Autore: Don DeLillo
Giudizio: ****
L'uomo che cade è un performer. Un artista che usa il proprio corpo per rappresentare in modo ripetitivo l'immagine dell'uomo che cade da una delle torri gemelle l'11 settembre 2001. L'orrore, visto dal mondo intero, che si fa gesto artistico. Ma l'uomo che cade è anche colui che scende le scale della torre gemella, con migliaia di altre persone, prima che crolli. E l'uomo che cade è pure uno degli attentatori che si è preparato all'azione in modo tanto meticoloso quanto poco religioso, secondo la guida spirituale. Quest'uomo che ha vissuto in prima persona l'assalto, e la strage, di bambini iraniani, spesso disarmati, alle postazioni irachene nel corso della guerra tra Iraq ed Iran. Orrore personale che ha visto solo lui ed ora diventa l'uomo che si forma per essere lui stesso bambino disarmato all'assalto della postazione nemica.
L'uomo che cade è colui che perde l'amico di gioco che lavorava anch'egli nel World Trade Center. L'uomo che cade è il padre che ritrova il figlio e la moglie dalla quale si è separato: scampato al disastro, senza sapere perché, non va a casa sua, ma va a casa loro. L'uomo che cade è lo stesso che si ritrova in mano, senza sapere come, una borsa che non è la sua. È di una donna che scendeva anche lei le scale poco prima che la torre crollasse, l'una all'insaputa dell'altro. I due per un breve momento si danno un reciproco conforto e sostengno in una situazione che è più grande di ogni cosa, di ogni orrore, di ogni fede.
L'uomo che cade è colui che perde la memoria e non sa dove si trova. L'uomo che cade è un americano che non riesce più a capire il perché di ciò che accade. Parla la lingua internazionale che domina qualsiasi tipo di conversazione nel mondo, ma senza sapere cosa dire, in quella lingua, al mondo. Parla e non si capisce lui per primo, certamente non viene capito da chi non è lingua madre dell'uomo che cade, anche se conosce la lingua. Una lingua che voleva essere anche stile di vita e di progresso che, nella caduta, lascia solo le macerie della vita rubata a chi subisce l'attacco ed a chi porta a compimento l'assalto.
L'uomo che cade è solo, che sia il performer, che sia l'impiegato del World Trade Center, che sia il terrorista, che sia lo spettatore. L'uomo che cade non smette mai di cadere nella sua solitudine, immortalato in quel fotogramma in cui assume una posa innaturale ed inumana che il performer replica anche per un pubblico che non lo sa vedere. Quell'uomo che cade è invisibile anche se tutti l'hanno visto.