L'animale morente

Autore: Philip Roth

 

Giudizio: ***

 

Ricorre in questo romanzo breve, o racconto lungo, scegliete voi, il tema dell'essere libero e non semplicemente del sentirsi libero. Potrebbe sembrare una sottile differenza, quindi una sostanziale uguaglianza, ma non lo è. In questo libro non si racconta solo della libertà di fare ciò che si vuole, bensì si sviscera l'egoismo che ti rende schiavo e l'oppressione che è parte della vita e del sesso e che trovano compimento nel finale.

 

Il protagonista, David, è un anziano professore universitario di critica letteraria. Anziano ma non tanto da non avere regolari avventure sessuali con le proprie studentesse solo dopo aver terminato il corso di studio. Non vuole che il suo giudizio possa essere influenzato dalle sue libertà sessuali. Un uomo eticamente inappuntabile tanto che il suo fatale ed ultimo amore lo incontra in ufficio durante le settimane del corso universitario, ma con la cautela di lasciare porte e finestre aperte perché non possano esserci dubbi sulla sua correttezza.

 

David è un uomo della generazione precedente a quella della rivoluzione sessuale anche se al suo scoppio si arruola armi e bagagli non appena le studentesse gli aprono la porta del non doversi preoccupare di amore e corteggiamento, ma solo di fare gradevole e soddisfacente sesso con ragazze sempre molto più giovani di lui. Prima di allora era marito e padre, ma quando la moglie lo scopre e lo caccia da casa lui non se ne fa un cruccio, anzi continua imperterrito e persevera nell'avere incontri sessuali con studentesse che ha già promosso. La rivoluzione sessuale lo ha condotto alla sua liberazione.

 

Poi arriva Consuela, di origine cubana e bellissima, i due seni più belli che David abbia mai visto. Lui diventa succube di questa ragazza che da timida ed ingenua studentessa diventa la sua ossessione senza che Consuela ne abbia piena consapevolezza. Gli uomini della vita della ragazza hanno tutti un ruolo ben definito, il nonno, il padre, il fratello ed anche il professore. Lo scarto netto e l'inversione dei ruoli tra i due amanti avviene tutto in un passaggio, un atto impositivo di lui durante un rapporto sessuale che rende padrona lei che fa quello che la sua ingenuità le lascia fare. Questo rende succube il vecchio professore. Era libero ed ora non lo è più.

 

Al contrario il figlio del protagonista, con il quale David ha un rapporto difficile per via dell'abbandono familiare quando era solo un bambino, non vuole e non riesce ad essere come il padre, nonostante abbia tradito la moglie. Non vuole essere quello che suo padre è stato per lui e si trova a mantenere in piedi il matrimonio e la storia con l'amante. Il vecchio non riesce a capire questa decisione, per lui è solo una questione di libertà, mentre per il figlio è una questione di fedeltà: questa non dovrebbe incidere sulla prima, ma pare che se c'è di mezzo il sesso non se ne possa uscire incolumi.

 

La fedeltà rappresenta la tirannia. Impedisce il necessario dispiegarsi della natura umana offuscata dall'amore che è solo fumo che disorienta. Dissolvendosi questo nell'aria ciò che resta è la prigionia nella fedeltà. È al tempo stesso grottesca e toccante la scena in cui un amico del professore è sul letto di morte. Nell'ultimo, e forse solo apparente momento di lucidità, l'amico afferra la moglie come farebbero due amanti. È candido ed amorevole ciò che la donna, usciti dalla stanza, dirà a David a compendio di quanto avvenuto pochi minuti prima nella camera dove è morto il marito.

 

Nel finale il vecchio professore è sorprendentemente fedele alla necessità di essere libero nella sua indole ed allo stesso tempo di essere fedele alla studentessa. Lui per primo sa che solo una cosa può raggiungere questo risultato ed è la cosa che lo rende inerme di fronte alla prospettiva che li attende.