Una storia semplice

Autrice: Elli Catellani

 

Giudizio: ***

 

Una storia semplice non è una storia semplice forse perché è una storia vera ed ogni storia vera non è mai una storia semplice.

 

Questa storia ci conduce nei primi anni del '900 in un paesino della bassa modenese sulla cui terra accadono eventi ricorrenti che sono la vita di una famiglia di quel luogo. Il capostipite, Leopoldo, è un migrante per una scelta fatta dal padre che poi decide di rientrare per la nostalgia del paesello natale, succederà anche al primo figlio maschio di Leopoldo, seppur per scelta personale. Nel corso della prima guerra mondiale Leopoldo viene catturato dagli austriaci e finisce in un campo di concentramento, succederà anche al genero di Leopoldo nella seconda guerra mondiale. La moglie di Leopoldo, sul letto di morte, chiama la figlia Elena per dirle quello che supponiamo Elena dirà alla sua prima figlia femmina quando sarà lei sul letto di morte. Sono madri giovani che parlano a figlie bambine. Sono passato che parla al futuro, come scrive la stessa autrice.

 

Al rientro dalla guerra Leopoldo realizza il sogno di acqistare un suo pezzo di terra da lavorare per la famiglia e con la famiglia. È grande festa nella nuova casa costruita per farci entrare tutti, ma la festa viene rovinata da un temporale. Non è presagio, anche se lo si pensa. La moglie è al suo fianco e la famiglia cresce con un numero imprecisato di figli. Ne conosciamo tre, tutti determinanti ma al tempo stesso due di loro tragici. Quelle tragedie che accompagnano tutte le storie semplici ma vere.

 

La moglie si ammala improvvisamente, silenziosamente e muore. Leopoldo viene aiutato dalla madre, ora vedova, severa e determinata a tenere la famiglia unita. I figli crescono, il maggiore mostra una insolita predisposizione all'uso della fantasia che serve per raccontare storie all'amico ed alla sorella e per immaginare con ingegno quello che sarà da grande. Segue il padre nel lavoro quotidiano, si impegna per assumere le competenze necessarie nel lavoro del contadino, ma il suo futuro è altrove e con uno zio parte per Zara per mettere a frutto il suo ingegno e per costruire.

La figlia Elena ha un'amica con la quale frequenta una scuola dalle suore per imparare a cucire. Lungo la via incontrano un ragazzo, Igino, che sorride e saluta Elena. L'amica vede tutti i segnali del corteggiamento e li vede già sposati quando Igino si trova davanti alla scuola ad attendere l'uscita di Elena. Non è dato sapere se Igino si dichiara ad Elena, ma sappiamo che un bel giorno ferma Leopoldo per dirgli che le sue intenzioni con Elena sono genuine e serie e Leopoldo risponde che Elena è già grande e deciderà da sola. Igino ed Elena si sposano. Da questa unione nasceranno sei figli, tre maschi e tre femmine.

 

I tempi sono brutti, la guerra incombe sulla famiglia. Leopoldo, che ha conosciuto gli orrori della prima guerra mondiale, è atterrito. Igino decide di partire per andare a lavorare volontariamente in Germania, pagano bene ed hanno bisogno delle competenze degli italiani. Parte con il fratello Giovanni. Poi la guerra scoppia ed Igino rientra per il servizio militare. Un destino segnato che lo condurrà nel campo di concentramento che i tedeschi riservarono ai militari italiani già prima dell'armistizio. Sopravvive e rientra in Italia alla fine della guerra, ma lo scotto da pagare è altissimo.

Igino è fisicamente provato, il reinserimento nella normalità è difficile. Entra in società con il cognato per il commercio del sapone che fabbricano. Viene assunto come bidello della scuola, ma la salute è ancora malferma, fuma troppo e si ripromette di smettere senza farlo mai. In tutto questo Elena si ammala, un malessere continuo, una febbre che sale fino a condurla alla morte. Leopoldo e Igino restano soli con sei bambini e con il dolore dell'ennesima perdita.

Viene chiusa e lasciata la casa del paesello, il sogno di Leopoldo si infrange negli eventi tragici che l'hanno accampognato per tutta la vita. Si trasferiscono in città ed i bambini vengono temporaneamente affidati a collegi e parenti. Si deve ripartire, il pragmatismo del vecchio Leopoldo non viene meno.

 

Qui si ferma la storia semplice, ma è una finzione del romanzo perché la storia semplice prosegue. La penultima genita inizia la scuola in città e con la migliore amica discorre del brutto voto in tedesco ricevuto da entranbe. Erano serene e tranquille e ad un tratto è giunta l'interrogazione che le ha trovate impreparate. È quando tutto sembra tranquillo che si manifesta il destino in tutte le sue volubili forme compreso l'inaccettabile che si deve accettare.

 

Nota a margine: l'autrice incidentalmente è mia zia. Il destino ha voluto che la storia semplice sia la storia della mia famiglia per parte materna. È stata scritta, tra gli altri, anche per me e per chi il destino deciderà segua dopo di me. Il destino non esiste, lo costruiamo noi a posteriori per chi ha vissuto direttamente i fatti e per chi non c'era che se li sentirà raccontare. È in questo momento che diventa destino anche se non era predeterminato. Io non c'ero, ma ora un pezzettino dei fatti li ho "vissuti" in questo libro, era destino.