La nuova manomissione delle parole

Autore: Gianrico Carofiglio

 

Giudizio: ***

 

È diventato un meme Nanni Moretti, alias Michele Apicella, che ha uno scatto d'ira nei confronti di una giornalista che fa uso improprio delle parole e le urla in faccia, in accappatoio ai bordi di una piscina, la frase simbolo "le parole sono importanti!". Meno importante il contesto ed il vestito. La manomissione delle parole mette in pericolo il senso culturale che si può ricercare in una società. Ci vuole del buono e del bello per preservare ciò che non deve e non può essere scartato come inutilmente retrogrado, vetusto e per questo sostituibile assegnando alle parole significati imprecisi, sfuggenti, sbagliati, aleatori che travisano e mutano il senso dell'originale. La scena si trova nel film "Palombella rossa" e questo vorrà pur dire qualcosa.

 

L'autore con questo saggio non si pone l'obiettivo di affrontare la questione dal punto di vista linguistico. Svuotare una parola del suo significato o abusarne l'uso in modo improprio è una scelta politica prima che linguistica. Analogamente è un atto politico contrastare la manomissione in corso. Che non comincia certo ora, ma contrastarla "non è mai troppo tardi", come diceva quel maestro in una famosissima trasmissione televisiva quando si usava il media per diffondere cultura attivamente e non cultura come sottoprodotto dell'industria culturale sottomessa al consumismo.

 

Il brodo culturale in cui sono immerse le parole rischia di affogarle. L'autore ne prende sei come esempi emblematici indicandone il senso profondo che si rischia di perdere: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, popolo. Non perdiamole di vista, non perdiamoci di vista, direbbe Moretti / Apicella. In fondo la palombella è un altro modo per segnare il punto in una partita di pallanuoto.