Quando abbiamo smesso di capire il mondo

Autore: Benjamín Labatut

 

Giudizio: ****

 

La scienza può dare risposte controintuitive affidandosi ad "equazioni risolutive". È evidente a tutti che il sole gira intorno alla terra, ma non è vero e ci sono "equazioni risolutive" che lo dimostrano. Lo vediamo ma sappiamo che l'"equazione risolutiva" certifica un'altra cosa. Quando queste "equazioni risolutive" non consentono la conciliazione di due teorie diverse, ovvero il superamento di una delle due in quanto fallace, noi smettiamo di capire il mondo. Questo accade anche quando gli studi conducono a sviluppi e progressi per l'umanità ed allo stesso tempo alla creazione di armi di distruzione di massa. Conciliare l'inconciliabile è per noi incomprensibile.

 

Le cose non mutano la nostra comprensione del mondo quando qualcuno si rende conto che le regole della fisica quantistica non coincidono con le regole della fisica classica. È un'ipotesi da indagare e per la quale si troverà la soluzione. Le cose invece cambiano quando nemmeno le menti più eccelse riescono a determinare "equazioni risolutive" che spieghino il perché di tutto ciò.

Può apparire intuitivo che se un gatto si trova in una scatola chiusa potrebbe essere vivo o morto. La scienza dovrebbe fornire gli strumenti per aprire quella scatola e verificare, ma tali strumenti conducono alla paradossale e controintuitiva conclusione nella quale, fino a che il gatto non viene osservato, il gatto potrebbe essere contemporaneamente vivo e morto. La scatola si apre, ma questa apertura mette in discussione le fondamenta della "logica".

 

Peggio mi sento quando il migliore, tra gli altri migliori, decide di abbandonare l'indagine scientifica perché vede cose che gli altri ancora non vedono. Fare giardinaggio è molto più rilassante. E quando scrivo che vede cose metto in conto che siano "equazioni risolutive" ambivalenti che contengono contemporaneamente vita e morte. È attraverso queste illuminazioni che progredisce la scienza che trascende la percezione comune e, pur descrivendo lo stesso mondo in cui viviamo noi, cerca "equazioni risolutive" che ce lo rendono incomprensibile o che potrebbero addirittura mettere in discussione la nostra stessa esistenza.

 

Questo non è un saggio scientifico, ma un romanzo ispirato a fatti e persone reali nel quale trova spazio anche la finzione che le rende umane e non solo geniali.