Autrice: Vanna Vinci
Giudizio: ***
Il mistero crea dipendenza se si tenta di rincorrerlo: si subisce il fascino e la paura di quella corsa. Il piacere di vivere ancora nel mistero per esplorarlo ed assaporarlo, letteralmente. Molti appaiono interessati pur rimanendo marginali e rimandare tutto ciò che è la vita conosciuta prima per abbracciare con stupore e paura ciò che si palesa ignoto, pare l'unica ipotesi ragionevole. Uno stato che allontana Jana, la protagonista, da ciò che era per diventare un'altra persona. Nel mistero che si muove, il cambiamento arriva forte, violento, istantaneo, inarrestabile. Coglie alla sprovvista e turba anche per la pace che lo accompagna mentre nel profondo svuota e prosciuga. Ora, del mistero, Jana sa che cresce in lei e nasce da lei, ma è ancora inspiegato il perché. Si mostra sotto vesti che non sono lei pur essendo lei. Ed è accompagnato dal sentimento forte per colui che ha mostrato un certo disinteresse, perché sa cosa lo interessa di lei, ed al tempo stesso un certo interesse che lo fa apparire, a Jana, come se quel mistero che è non fosse. Una dimensione fantasmatica esterna ed una dimensione fantasmatica interna accompagnano Jana, tra la donna sommersa nello specchio e la bambina partorita dalla testa. Una vita che appare sognata più che vissuta nella Bologna notturna e sommersa che si accosta al caso che caso non è, ma che ancora, nonostante alcuni disvelamenti, resta mistero.