Autrice: Irène Némirovsky
Giudizio: ****
Se ti raggiunge la ricchezza, cercata con tanta ambizione, è la povertà d'animo che bilancia la fortuna incontrata a lasciarti povero di amicizie ed affetti.
La protagonista, Antoinette, è una adolescente sognatrice che si ritrova suo malgrado in competizione con la madre. Questa la vuole altera come si confà al rango raggiunto nella buona società grazie al denaro guadagnato per una felice intuizione finanziaria del marito, il padre di Antoinette. Ora vivono in un lussuoso appartamento parigino con tanto di servitù e la ragazza ha il supporto di una tata inglese che fa da governante e da istitutrice per insegnarle le buone maniere. Per dare un tono alla famiglia la ragazza va anche alle noiose lezioni private di pianoforte.
Agli occhi di Antoinette gli adulti che la circondano sono odiosi: la madre che la tiranneggia, la tata, di pochi anni più grande di lei, che invidia perché immagina immersa nell'amore di un giovane spasimante, il padre troppo impegnato a ritagliarsi un ruolo ed il buon nome nella società per ricordarsi di avere una figlia e la maestra di pianoforte tanto sciocca da non voler usare gli occhiali anche se non riesce più a leggere gli spartiti.
Arriva il momento che la famiglia faccia il passo decisivo per entrare pienamente nella buona società e per farlo organizzano un ballo invitando i più bei nomi possibili. Ad Antoinette viene consentito rimanere alzata oltre l'orario solo perché deve scrivere i biglietti di invito con bella calligrafia. Lei immagina il ballo, si vede danzare con un cortese e bel giovanotto, mentre la madre pensa come essere scintillante e munifica di sorrisi e gentilezze nei confronti degli ospiti a partire dall'organizzazione così perfetta da fare invidia per prima all'insegnante di pianoforte di Antoinette.
Il momento cruciale è racchiuso nel periodo che va dal "no" pronunciato per il timore che un "sì" avrebbe fatto sfigurare la madre di Antoinette e la vendetta di Antoinette indotta dall'invidia che prova per la felicità amorosa della tata e dalla tristezza lacerante che l'ha colta da quel "no" per il quale non riesce a darsi pace. Il seguito è l'inevitabile condivisione di tristezza e misere recriminazioni dove tutti hanno perso in una gara di apparenze, invidie ed ipocrisie.