Autore: Walter Leoni
Giudizio: *****
Una cronaca familiare dalle caratteristiche comuni, almeno per l'idea che mi sono fatto io di un terzetto formato da bambino, papà, mamma. Quest'ultima appare la più responsabile, saggia, imperturbabile. Il bambino è un bambino: vive delle passioni e degli entusiasmi di ogni scoperta. Il padre è il fumettista che, seppur adulto, riesce, o meglio, vuole condividere le sue passioni da bambino con il figlio.
In questo intreccio c'è una nostalgia precog già nel titolo: quello che sta succedendo non tornerà mai più. Ma ciò è alleggerito dell'ironia che aleggia in ogni striscia, dove il bambino "prodigio", i cui disegni vengono usati anche dal padre fumettista, firma una liberatoria per evitare al padre grane sui diritti di autore, oppure nell'escursione nella quale le domande del bambino hanno risposte chiaramente fantasiose da parte del padre, mentre sono risposte rigorose da parte della madre, oppure nei turbamenti ansiosi del genitore al passaggio dalla materna alle elementari (padre) o per la prima "fidanzatina" del bimbo (madre).
Padre e figlio, ma soprattutto padre, sapranno trovare modi e tempi per giocare in un melting pot trans generazionale dove i giochi del padre riescono a convivere con quelli del figlio ed a volte con quelli della madre (non indugiate troppo sui capelli della Barbie) anche se per il padre il bambino spesso "non sa giocare" ("I cartoni animati? I nostri erano più belli").
Il volume è talmente non necessario che ci si diverte moltissimo tra ingenuità, bugie dalle gambe corte, piccole angherie, ripicche, gelosie e travestimenti volti a rallentare la crescita, forse più del padre che del figlio. E comunque ricordate, il sardo è una lingua. Chi leggerà capirà.
