Autore: Emmanuel Carrère
Giudizio: ****
Ucronia è la sorella meno famosa di Utopia anche se in realtà non è proprio così. Inizialmente all'autore pare che questo legame stretto possa sussistere, ma nel corso della sua riflessione accade qualcosa che lo allontana da questa congettura di partenza. Esiste sì una parentela che ha le radici comuni in quella U privativa, ma le due parole non possono essere più diverse perché una storia che non esiste è ben altra cosa rispetto ad un luogo, isola o idea che sia, che non esiste.
L'ucronia è la realizzazione intellettuale di una storia che non è stata. Sarà anche per questo che l'ucronia è poco praticata perché nell'ucronia risiede un malinconico pensare a cosa sarebbe stato se quella vicenda si fosse sviluppata in un senso diverso rispetto al senso preso nella realtà dei fatti che, poi, saranno davvero fatti reali? I creazionisti sono oggi clamorosamente smentiti dagli evoluzionisti per la grande quantità di materiale fossile a nostra disposizione che confuta la creazione del mondo in 6 giorni. Ma se fosse vero che la natura ci consegna una memoria disseminata di prove "false" di un passato che non esiste ed in realtà la Terra avesse poche migliaia di anni ed Adamo ed Eva fossero davvero i nostri progenitori creati da Dio? Un assassino potrebbe agire per uccidere l'amante della moglie e sviare le indagini compiendo altri omicidi in modo casuale ed incongruo. Quali le conseguenze se uno degli assassinati per "caso" fosse un arciduca a Sarajevo nel 1914?
Questa ipotesi apre infinite possibilità di universi paralleli che possono differire per tempi, luoghi e persone. Un'ucronia non agisce solo su un punto, lasciando invariato tutto il resto, ma propaga gli effetti in ogni direzione possibile come un sasso lanciato in uno stagno increspa la superficie dell'acqua in ogni direzione, raggiungendo anche le porzione più remota dello specchio lacustre.
Un'ucronia può farci pensare a Napoleone vincitore a Waterloo, dopo aver conquistato Mosca, e prima di conquistare tutto il resto del mondo, anche perché gli Stati Uniti gli si consegnano volontariamente senza guerreggiare. Allo stesso tempo può esistere un universo parallelo nel quale Napoleone sia stato un misconosciuto giovane ufficiale morto nel corso di un tafferuglio nel 1796. Entrambe queste ipotesi sono ucronie che hanno conseguenze globali su tutto ciò che è accaduto.
L'autore scrive questo libro nel 1985, anno in cui nelle sale cinematografiche esce il film "Ritorno al futuro". Non credo ci sia correlazione tra le due cose, ma c'è una straordinaria sincronicità tra questo testo e questo film che affrontano le inestricabili implicazioni ed i paradossi dovuti a viaggi nel tempo, anche solo di tipo intellettuale. Invito chi non avesse visto il film a vederlo perché l'ucronia è centrale, a partire da un vecchio edificio danneggiato da un fulmine 30 anni prima, da un famoso attore che poi diventa presidente degli Stati Uniti, da un riff di chitarra che farà la storia del rock'n'roll fino al lento sbiadire nelle foto del 1985 del protagonista tornato nel 1955.
Tornando al libro l'autore porta l'esempio di un romanzo che non prevede un viaggio nel tempo, ma che racconta di uno strumento inventato di vedere cosa è stato nel passato. Rivedere più volte il passato può condurre a modificarlo ed alle inevitabili conseguenze nell'oggi per il suo inventore.
La storia non è una scienza esatta nella quale ad una determinata sollecitazione corrisponde sempre e solo una conseguenza. Le conseguenze possono essere infinite e da esse possono discendere infinite ucronie. Dell'esempio sull'imperatore francese ho già detto, ma Carrère porta altri due esempi che attraversano tutto il libro perché hanno conseguenze anche di tipo filosofico e non solo materiale. Il primo sta nella secolarizzazione della religione cattolica causa di tutte le guerre di religione tra cattolici e protestanti e, in modo apparentemente insignificante, tutto parte dal successore dell'imperatore Marco Aurelio.
L'altro esempio sta invece nella morte di Gesù Cristo, nel ruolo di Pilato e nel concetto di libero arbitrio. In modo del tutto controintuitivo a Giuda viene riconosciuto il libero arbitrio nel momento in cui il suo ruolo di traditore è necessario per il compimento del disegno divino e lui, santo più di tutti i santi, sceglie di tradire liberamente perché è necessario che tutto possa accadere. Giuda ha fede, Giuda crede in Dio e si sacrifica per questo portando nei secoli dei secoli disprezzo sul suo nome. Ma Pilato? Pilato non è minimamente toccato dal travaglio di Giuda, non sa nemmeno in cosa consiste esattamente la parola del figlio del signore, è un codardo che non vuole avere seccature dovute a rivolte da sedare. Eppure, per lo stesso principio del libero arbitrio concesso a Giuda, decide di liberare Gesù che morirà anziano e lascerà il mondo privo del culto cristiano. In questa ucronia Pilato muore comunque suicida, ma per altri motivi perché non sente la colpa di aver condannato un innocente.
A quasi quarant'anni dalla stesura di questo testo molte cose sono mutate, a partire dalla velocità e da come il mondo si rapporta alla cronaca anche attraverso la diffusione di fake news fino a travalicare nella storia con post verità. I "complottismi" hanno assunto una velocità di diffusione tale da ipotizzare almeno un retropensiero "alternativo" su ogni evento. La poco praticata ucronia sollecitata da Carrère quarant'anni fa, forse come gioco intellettuale, oggi trova ampi spazi in ambiti assai distanti che vanno dall'uomo sulla luna all'attentato alle torri gemelle, dal figlio illegittimo del tal dei tali alla diffusione del sars cov-19. Nell'ingenuo testo di Napoleone imperatore del mondo non si nasconde il tentativo di lasciare traccia di una verità inconfutabile per convincere gli storici del futuro di questa post verità. Al tempo stesso si constata che sarebbe troppo ambizioso pensare che questa operazione possa avere successo. Oggi questo tipo di ambizione trova ampi spazi di diffusione tanto che persone incrociano dati per smentire narrazioni farlocche. Del resto gli storici sono anche affabulatori, non scienziati, ed è sulla capacità di affabulare che realizzano la loro attendibilità soprattutto se non tutti hanno la capacità/possibilità di verificare la narrazione.
Oggi se Avidio Cassio fosse stato ucciso perché avrebbe perseguitato i cristiani per evitare future guerre di religione e per mantenere un'armonica libertà di fede pare poco interessante, mentre Hitler che non è stato ammesso all'accademia di belle arti ci lascia sgomenti. Bastava così poco per evitare una tragedia, ma siccome la storia non è deterministica come una scienza ci sarebbe da chiedersi cosa sarebbe stato altrimenti se Hitler fosse diventato un pittore. Per gli interessati esiste un libro in cui si trova una possibile ipotesi. Delle altre infinite possibilità non è dato sapere e soprattutto non è detto che produrrebbero meno sofferenza.
