La tentazione di esistere

Autore: Emil Cioran

 

Giudizio: ****

 

La "vita" è tentazione ed atto involontario al quale il caso ci ha condotto, l'inconveniente di essere nati. Ma esistere potrebbe non essere "vita", anzi, non è "vita" ed allora è esistere che diventa una tentazione.

 

Scrittura losca e lasca colma di sovvertimento di un comune sentire e sufficientemente ampia per consentirci di entrare in quei pertugi dell'esistere che non credevamo esistessero. Cioran ci spinge là dove mai avremmo pensato di finire, in un luogo inaspettato dove troviamo parole di sgomento e di stupore e di repulsione per ciò che mai avremmo notato, per ciò che mai avremmo saputo. Parole pesanti e taglienti immerse in un'esistenza il cui significato sovverte l'esistenza stessa.

Individualità sociali poste in una società piegata su sé stessa dove i lembi opposti si sovrappongono perfettamente, combaciano nella loro distanza originale e giungono a compimento contraddicendo al tempo stesso la loro esistenza. Non si può essere contemporaneamente normali e vivi.

Siamo venuti al mondo per soffrire per la società, a causa degli altri, ma principalmente per noi stessi, per ciò che siamo: siamo vivi perché soffriamo per quello che facciamo. L'istinto di sopravvivenza ci porta ad agitarci per salvarci ma la nostra aspirazione alla salvezza ci conduce alla distruzione. Più speriamo che la sofferenza termini, più ci illudiamo che tutto abbia una fine, più operiamo per portarci alle estreme conseguenze: ci annulliamo nella speranza che quel nulla possa essere un'esistenza priva di sofferenze. Riponiamo nella quantità e non nella qualità le nostre speranze frantumando in nome di questa "ricchezza" ogni altra ricchezza. Non è più l'arte che fa l'individuo e la società, è il commento all'opera che rende tale un'opera d'arte. Un artista commenta sé stesso, è recensore di sé stesso, parla della sua opera e viene riconosciuto tale per l'idea di ciò che farebbe e non per ciò che ha fatto. Uno scrittore ha solo parole per il suo libro e non parole per ciò che ha inteso scrivere.

 

Una lettura stupefacente che tratteggia il quadro di una società senza punti di fuga: non c'è ipotesi di un futuro perché non ci appartiene più il passato. È una società, più che ripiegata su sé stessa, completamente spappolata. Una società noiosa ed annoiata che pascola sulle sofferenze come unica ipotesi di esistenza. Autofagocita sé stessa per rinascere dai putridi liquami rilasciati per dominare, prevaricare, conquistare. Lo spazio di manovra è annullato perché agire è una cosa, saper agire è un'altra cosa, riuscire a farlo è altra cosa ancora.