Autore: Massimo Mantellini
Giudizio: ****
L'autore affronta il concetto dell'invecchiamento da una prospettiva inusuale. Si potrebbe dire che invecchiare è una condizione immutabile, in quanto naturale, che non cambia in funzione del contesto. Invece l'autore ci sollecita a valutarla come una condizione dipendente che è influenzata dal contesto ed il contesto in cui ci troviamo ora è una primizia assoluta perché in parte "artificiale".
La tecnologia, internet, le diverse piattaforme dei social media sono ambiti di vita che si modificano e ci modificano. Infatti più che adattarsi a noi, siamo noi che ci adattiamo alla loro presenza che pervade la nostra vita. Questa condizione impatta inevitabilmente, e con maggiore forza, sulla vita delle persone più anziane.
Al fine di spiegare in modo compiuto questa situazione l'autore introduce la figura del "vecchiogiovane". Il vecchiogiovane ha la necessità di adattarsi ai mutamenti della società in cui vive per esserne ancora parte. Una strategia ipotizzata è di stampo mimetico: fingere. Fare finta di sapere, di capire, di utilizzare, è un possibile metodo che consente di navigare a vista e dirsi ancora inclusi nella vita sociale. Può portare a risultati concreti seppure ognuno di noi sarà messo alla prova dallo zio o dal genitore che lo interroga sul funzionamento della rubrica telefonica del nuovo smartphone senza essere in grado di spiegare perché il funzionamento scelto dal tecnologo è quello che allo zio di turno pare tutt'altro che intuitivo. Zio che fino a pochi decenni fa aveva una ricca rubrica di nomi e numeri annotati su un taccuino e che chiamava al telefono componendo i numeri in modo meccanico attraverso la rotazione di un disco. Ma questo è contenuto in un altro libro dello stesso autore che parla delle cose scomparse.
Il tecnologo è una figura centrale perché ha lo scopo di introdurre nuove funzionalità senza che l'architettura che ne scaturisce si adatti agli anziani. Il tecnologo è un giovane che pensa per i giovani. Se mai ci sarà una generazione di vecchiogiovane ribelli che prenderà il potere in ambito tecnologico, il tecnologo sarà costretto ad adattare i propri progetti agli anziani. Al momento gli anziani sono stabilmente al potere, ma nonostante questo la tecnologia pare non esserne interessata.
Parafrasando quello che qualche anno fa mi disse un amico (se non sei su Facebook non esiti) possiamo dire che la nostra esistenza in vita non è certificata dall'ufficio anagrafe del nostro comune, ma dalle tracce che lasciamo di noi online. Tracce disperse in mutevoli rappresentazioni, disseminate in rete da noi o da altri, a partire dai blog fino ad arrivare ai social media. In fondo in fondo, l'idea che abbiamo di noi è molto più giovane di come siamo ora. Ci percepiamo ancora come eravamo in quelle foto vecchie e quando ci guardiamo allo specchio fatichiamo a riconoscerci. Poco tempo fa ho incontrato al supermercato un vecchio compagno di scuola che mi abbraccia con affetto e, mentre siamo ancora legati, mi dice all'orecchio "come siamo invecchiati male". In quel giorno siamo stati reciproco specchio della vita passata che fatichiamo a riconoscere.
La prima volta che ho percepito il senso di invecchiamento avevo 25 anni. Ero nella piazza dove ci trovavamo con gli amici ed un ragazzo di 15/16 anni si avvicina e mi chiede "mi scusi signore, può dirmi che ora è?". Non mi sentivo "vecchio" eppure ero percepito "vecchio".
Un collega, più giovane di me, è rimasto sinceramente sorpreso del fatto che io ho vissuto la mia giovinezza senza internet, senza smartphone, senza navigatori stradali. Sconcertato da queste inimmaginabili assenze la sua domanda è stata "ma come facevate senza tutto questo?". La mia risposta è stata che noi però avevamo le partite di campionato alla domenica, le coppe europee al mercoledì, il carosello era uno spettacolo quotidiano che, per i piccoli, sanciva la fine della giornata, avevamo le biglie con le foto dei ciclisti, gli internazionali d'Italia di tennis si vedevano in chiaro, come la Formula 1, i cinema avevano una sola sala e potevi entrare anche a proiezione iniziata e rivedere lo stesso film una seconda volta. Eppoi avevamo tanta fantasia che sopperiva all'assenza dei tutorial online. Nessun elemento di questo elenco ha un valore per il mio collega, anzi potrebbe apparirgli incomprensibile. Eppure un vecchiogiovane, quale io sono, si barcamena, tra un passato che non c'è più, un presente che non è sempre di facile comprensione ed un futuro che è sempre più corto e che mi lascia sempre meno tempo per portare a compimento le cose che avevo in testa a 25 anni quando un quindicenne mi ha fatto sentire vecchio. Così va la vita (cit.).
